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L'Intervista - Jelte Wiersma

foto Jelte Wiersma
  • Quali sono le priorità della vostra Associazione per la prossima legislatura europea?

Inizierei con due parole per presentare CEMA. CEMA è l'organizzazione che rappresenta i produttori di macchine agricole in Europa. Le nostre aziende producono la maggior parte delle macchine che si vedono in una fattoria, dalle attrezzature per la semina e la lavorazione del suolo alla raccolta, vendemmia e mietitura, ma anche attrezzature per la gestione del bestiame e robot. Complessivamente, produciamo oltre 500 diversi modelli di macchine che rendono il lavoro degli agricoltori più efficiente e produttivo, ma anche più facile e progressivamente più sostenibile.

In quanto associazione profondamente legata al contesto agricolo europeo, seguiamo da vicino gli sviluppi legislativi di questo settore, per tutto ciò che riguarda gli agricoltori. Questo include certamente la revisione della PAC, Politica Agricola Comune, che sarà presto avviata, ma anche tutta la legislazione collegata agli obiettivi ambientali generali fissati dalla Commissione Europea.

La nostra è un'industria ad alta tecnologia. Le macchine agricole moderne sono straordinarie. I trattori di ultima generazione possono spesso guidare autonomamente, gli irroratori di precisione possono individuare le erbacce e applicare i pesticidi solo su di esse, le mietitrebbie combinano sempre più compiti, e potrei continuare.

Proprio per questo, monitoriamo lo sviluppo di molti dossier tecnici. Il Data Act, l'AI Act o il Cyber Resilience Act hanno un grande impatto sulla nostra industria, quindi è importante che ci relazioniamo con i legislatori e i decisori politici, in modo che il loro effetto e le loro conseguenze siano chiare sia a noi che a loro. Se necessario, suggeriamo modifiche affinché le tecnologie possano essere sviluppate e immesse sul mercato con barriere limitate.

  

  • L'agricoltura e il settore agroalimentare sono al centro dell'agenda europea. Quali sono le iniziative più urgenti da adottare a questo proposito?

È vero, è un settore molto dinamico. Nell'ultimo anno c’è stato certamente un cambiamento nelle priorità per quanto riguarda i temi agricoli. Dato il mutato contesto politico, resta da vedere cosa succederà a iniziative come il Farm to Fork e il Green Deal europeo, e agli ambiziosi obiettivi ambientali in essi contenuti. Per ora, Green Deal e Strategia Farm to Fork sono ancora sul tavolo, e alcune loro parti sono appoggiate sia dai rappresentanti degli agricoltori che da noi.

Quello che è già cambiato è una maggiore apertura da parte dei decisori politici e legislativi ad ascoltare i rappresentanti degli agricoltori e le industrie abilitanti come la nostra. Ad esempio, questa primavera, la Commissione ha avviato il Dialogo Strategico per il Futuro dell'Agricoltura, il cui rapporto è stato pubblicato poche settimane fa. L'iniziativa è stata una risposta immediata alle proteste degli agricoltori. La raccomandazione chiave, accolta dagli agricoltori e dai loro rappresentanti, è l'istituzione di un Consiglio Consultivo permanente sull'agricoltura. I rappresentanti degli agricoltori avranno ovviamente un ruolo centrale, e vogliono che la nostra industria abbia un posto in questo Consiglio per fornire consulenza alla Commissione Europea.

Ciò che pare certo è che le proteste degli agricoltori hanno evidenziato lo scontro, a volte trascurato, tra politiche ambiziose e la realtà "sul campo" per molti agricoltori europei.

Raggiungere un equilibrio tra sicurezza alimentare, cambiamento climatico e reddito agricolo è una questione delicata, e può essere affrontata solo con un atteggiamento collaborativo da parte di tutti gli attori del settore agricolo coinvolti. Da parte nostra, ci aspettiamo che tutti guardino al nostro settore per l'innovazione necessaria a raggiungere questo obiettivo, poiché siamo quelli in grado di fornire soluzioni.

Il ricambio generazionale in agricoltura e il progressivo spopolamento delle aree rurali sono altri temi che dovranno essere affrontati. Anche in questo caso, il nostro settore può e vuole offrire soluzioni. Alleggerire il carico fisico del lavoro agricolo è importante per rendere la vita in una fattoria una proposta più attraente per una nuova generazione, spesso focalizzata sulla tecnologia. Come ci ha detto un agricoltore: "Il momento in cui salgo su un trattore è quando posso iniziare a riposarmi".

Se riusciremo collettivamente a ridurre il lavoro ripetitivo introducendo nuove tecnologie nelle aziende agricole, questo avrà sicuramente il potenziale di servire le generazioni attuali e future di agricoltori. Le nostre aziende sono sempre più coinvolte, anche grazie all'incoraggiamento della Commissione Europea, nella formazione e nell'educazione per sfruttare al meglio la tecnologia. È come il tuo smartphone: quante funzionalità usi davvero? Con le nostre macchine non è diverso. A volte il potenziale della macchina non è sfruttato a pieno. Come settore siamo pronti ad assistere gli agricoltori per ottenere il massimo dalle nostre e dalle loro macchine.

La Presidente von der Leyen ha annunciato che la Commissione Europea pubblicherà una Visione per l'Agricoltura e l'Alimentazione, nei primi 100 giorni del suo mandato, il che significa intorno a marzo 2025. Questo dovrebbe dare un'indicazione della traiettoria delle future discussioni.

 

  • Emissioni e cambiamento climatico. Cosa state facendo per coinvolgere il vostro settore a livello europeo?

Oggi il settore agricolo rappresenta circa il 10% delle emissioni totali di gas serra (GHG) dell'UE, considerando le emissioni derivanti dalle colture, dal bestiame e dai suoli. L’uso di combustibili fossili durante il normale utilizzo delle macchine agricole rappresenta un ulteriore 1% circa. I combustibili convenzionali contribuiscono quindi ancora all'impronta di carbonio complessiva dell'agricoltura.

La nostra industria sta investendo fortemente in soluzioni tecnologiche per ridurre l'impronta di CO2 delle macchine agricole. Esistono molte possibilità diverse, che vanno dai miglioramenti di efficienza nel processo di produzione agricola tramite l'adozione di best practice, all'uso di motorizzazioni e combustibili alternativi. L'anno scorso abbiamo pubblicato un documento ("Renewable and Low-Carbon Fuels for Climate-Smart EU Agricultural Machinery: Circular Agriculture in Action") che descrive i diversi tipi di carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e le soluzioni già disponibili sul mercato per alimentare le nostre macchine.

È importante ricordare che le attrezzature agricole sono costruite in modo estremamente robusto e affidabile, il che si traduce in una vita utile molto lunga. Pensate a una qualsiasi azienda agricola media in Italia, e probabilmente ricorderete di averci visto almeno uno di quei trattori "vecchio stile". Tutte queste vecchie macchine ancora in circolazione sono alimentate da motori a combustione. Pertanto, quando si parla di transizione nelle tecnologie dei motori o delle soluzioni energetiche, ogni atto di pianificazione dovrà tenere conto sia del parco macchine esistente sia delle nuove macchine.

Inoltre, un trattore è molto diverso da un'automobile. La completa elettrificazione delle macchine agricole, allo stato attuale della tecnologia, è fattibile solo per macchine di piccole dimensioni e a bassa potenza, mentre per le macchine di medie e grandi dimensioni e per applicazioni ad alta potenza l’elettrificazione non è un'alternativa ai motori a combustione.

Quello che noi come industria stiamo comunicando a livello europeo è un messaggio semplice: i diversi tipi di agricoltura richiedono diversi tipi di macchine, che dovranno essere alimentate in modi diversi. Non sarà possibile adottare una soluzione "unica per tutti" (come ad esempio l’elettrificazione), ma stiamo lavorando, investendo e proponendo molte soluzioni con carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Riteniamo che il motore a combustione interna rimanga una soluzione valida e adatta per il prossimo decennio per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2, utilizzando però diversi tipi di carburanti, mentre altre tecnologie (ad esempio, elettrificazione o idrogeno verde) raggiungono la maturità.

 

  • Come vede lo sviluppo delle tecnologie “smart”? Come dovrebbero essere ulteriormente implementate in Europa?

Non c'è dubbio che le tecnologie intelligenti rappresentino il futuro dell'agricoltura. Esse, e la nostra industria ne è una parte fondamentale, possono rendere l'agricoltura più produttiva ed efficiente, portando a risultati più sostenibili. Come ci piace spesso ricordare nei nostri messaggi, la nostra industria fornisce soluzioni agli agricoltori europei.

Prendiamo l'esempio della carenza di manodopera nelle aree rurali, che porta a un aumento dei costi del lavoro. La nostra industria sta introducendo sensori, sistemi di guida, automazione o robotizzazione delle macchine agricole – parziale o completa – per aiutare gli agricoltori nelle loro attività, migliorare la qualità della loro vita e permettere loro di trovare manodopera meno qualificata quando necessario, poiché il lavoro agricolo altamente specializzato è sempre più raro. Utilizzando strumenti di gestione dei sistemi integrati, gli agricoltori possono prendere decisioni più intelligenti e funzionali. Le macchine dotate di GPS e sensori possono aiutare a ridurre gli sprechi, l'uso degli input, e ottimizzare la crescita delle piante o del bestiame.

Tuttavia, il tasso di adozione di queste tecnologie è ancora relativamente basso, soprattutto per i sistemi più avanzati. Questo è dovuto certamente ai costi, ma anche al fatto che il parco macchine esistente è molto ampio e, come dicevamo prima, ha un tasso di sostituzione molto basso.

La comunità agricola chiede supporto agli investimenti per accedere a queste tecnologie e innovazioni. Noi crediamo che questo supporto non debba limitarsi solo agli aiuti finanziari, poiché è strettamente collegato alla stabilità normativa, che a sua volta è legata alla sostenibilità finanziaria. Per spiegare meglio: la sostenibilità finanziaria è una parte integrante della sostenibilità nel suo complesso. Gli agricoltori non hanno paura di investire: sono imprenditori che generalmente impegnano una grande quantità di capitale e affrontano molti rischi per ottenere rendimenti bassi.

I loro ritorni sugli investimenti e sul capitale sono molto lunghi, ed è per questo che hanno bisogno di visibilità e certezza nel lungo periodo, e non di politiche che cambiano rapidamente in modo brusco. La stabilità normativa, o come la chiamiamo a volte "pace legislativa", favorisce gli investimenti.

 

  secretariat@cema-agri.org

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