Aiuti al commercio: come l’UE guida la cooperazione globale

La Relazione 2024 sugli Aiuti al Commercio (Aid for Trade) descrive l’evoluzione del ruolo dell’UE nel promuovere lo sviluppo sostenibile a livello globale attraverso il commercio internazionale. Giunta alla sua settima edizione, la Relazione traccia un bilancio delle attività di aiuto al commercio intraprese dall’UE e dai suoi Stati membri nel corso del 2023, sulla base dei dati ufficiali forniti da OCSE, Eurostat e UNCTAD.
Al centro del documento vi è la strategia del Global Gateway, lanciata nel 2021 con l’obiettivo di mobilitare fino a 300 miliardi di euro in investimenti entro il 2027 nei settori di infrastrutture, digitalizzazione, energia e sanità. Tra il 2021 e il 2023, sono stati attivati 179 miliardi di euro, di cui 50 miliardi da parte delle istituzioni europee e 129 miliardi dagli Stati membri, dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS).
Nel 2024, l’Unione europea ha rafforzato la propria rete commerciale, offrendo a 123 Paesi in via di sviluppo un accesso preferenziale al mercato europeo attraverso accordi commerciali bilaterali o regimi preferenziali unilaterali come il Sistema di preferenze generalizzate (SPG e SPG+). In particolare, nel 2024 è entrato in vigore il primo Accordo di Facilitazione degli Investimenti Sostenibili (SIFA) con l'Angola, mentre sono in corso negoziati con Ghana, Costa d’Avorio e Camerun.
Sul piano finanziario, tra il 2013 e il 2022, l’UE ha impegnato quasi 200 miliardi di euro in Aiuti al Commercio, pari a circa il 37% del totale mondiale. Tuttavia, il sostegno ai Paesi meno sviluppati rimane contenuto (13–15%), con l’Africa che si conferma la principale regione beneficiaria degli aiuti.
Gli investimenti dell’UE si sono concentrati soprattutto nei settori di energia e trasporti (45–60%), con un’attenzione crescente alla mitigazione del cambiamento climatico, mentre i progetti di adattamento agli effetti già in atto restano limitati (meno del 20% degli aiuti legati al clima). Gli interventi per l’uguaglianza di genere rimangono invece ancora marginali.
Infine, la Relazione mette in luce i risultati della Facilitazione del Commercio, ovvero la semplificazione e la modernizzazione delle procedure doganali e di frontiera nei Paesi in via di sviluppo, con 22 posti doganali unificati finanziati in Africa orientale e progressi nella digitalizzazione doganale.
alessandra.laterza@unioncamere-europa.eu
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