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Verso un’economia mondiale più inclusiva

Tessere fair trade

A 30 anni dalla sua creazione, la World Trade Organisation (WTO) illustra, nel suo report annuale, il trend positivo in merito alla riduzione delle disuguaglianze di reddito tra Paesi. Secondo il rapporto, infatti, tra il 1995 e il 2023 il PIL mondiale pro capite sarebbe aumentato di circa il 65%, grazie soprattutto alla rapida espansione del commercio internazionale. Inoltre, la riduzione dei costi del commercio tra il 1995 e il 2020 avrebbe portato ad una convergenza delle economie a basso e medio reddito con quelle ad alto reddito pari al 20-35%.

Nonostante i progressi compiuti in questi decenni, il rapporto sottolinea anche come alcune regioni restino escluse e non traggano realmente beneficio dal commercio. In particolare, tra il 1996 e il 2021, un terzo delle economie a basso e medio reddito, che rappresentano il 13% della popolazione globale, sono cresciute più lentamente rispetto alla media, portando a una divergenza piuttosto che a una convergenza. Il principale ostacolo ad un'equa distribuzione dei guadagni derivanti dal commercio sarebbero le barriere “locali”, fra cui limitate possibilità di accesso all'istruzione, mercati dei capitali poco sviluppati, mercati del lavoro eccessivamente regolamentati e un'elevata quantità di lavoro sommerso. Sebbene in questo contesto il ruolo principale spetti alle politiche nazionali, i gruppi di lavoro della WTO si ritrovano a lavorare sempre più spesso su iniziative legate alle attività delle MPMI e alle imprese femminili (due dei settori più colpiti dalle disuguaglianze).

Infine, la relazione sottolinea la necessità per i membri dell’organizzazione di cooperare maggiormente nell’ambito dell’implementazione degli accordi esistenti, delle sfide legate alla doppia transizione e dello scambio di informazioni e buone pratiche.

stefano.dessi@unioncamere.europa.eu

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