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Passaparola - Rapporto Draghi e governance UE

bandiera UE

Al di là dei temi in evidente primo piano nei giorni scorsi – segnali di allarme, proposte per azioni concrete, previsioni di allocazione dei fondi –  merita doverosa attenzione l’analisi della governance Ue contenuta nel Rapporto Draghi. Governance da riformare, rispettando l’approccio di continuità con il passato istituzionale dell’Unione alla base del lavoro. Non rivoluzione, quindi, di un iter legislativo che in media dura poco meno di due anni, ma cambiamento ed evoluzione, in attesa di eventuali modifiche dei Trattati. Il documento propone il raggiungimento di tre obiettivi: riorientare il lavoro dell’UE, accelerarne l’azione e l’integrazione, semplificare le norme. Raccomandata, per il primo dei tre, la creazione di un Quadro di coordinamento della competitività, necessario al fine di promuovere migliori sinergie fra gli Stati membri sulle priorità strategiche, formulate e adottate dal Consiglio europeo, e sostitutivo di ulteriori strumenti in possibile sovrapposizione. Il Quadro si suddividerebbe in una serie di Competitiveness Actions Plans, atti a declinare obiettivi, finanziamenti e governance in maniera ben definita. Anche nel caso dei singoli Piani, l’azione della governance sarebbe maggiormente calibrata, riducendo il più possibile la burocrazia e coinvolgendo il massimo numero di stakeholder (SM, settore privato, esperti tecnici, istituzioni e Agenzie UE). Alla Commissione il compito di occuparsi delle azioni orizzontali e delle competenze esclusive dell’Unione, come la revisione della politica di concorrenza e di fornire delle linee guida per le competenze condivise. In tema di accelerazione del processo decisionale dell’UE, il Rapporto propone non solo l’estensione delle aree di policy per cui adottare il voto a maggioranza qualificata, ma anche, qualora non fosse possibile, il ricorso alla cooperazione rafforzata o, se del caso, la riscoperta della cd clausola passarella, che consente agli Stati membri di prendere decisioni a maggioranza qualificata in alcune aree specifiche. Il terzo punto, infine, la cui urgenza è stata peraltro condivisa dalla larga maggioranza del Parlamento europeo, è quello riguardante la semplificazione dei flussi normativi europei, che continuano ad essere in crescita.

stefano.dessi@unioncamere-europa.eu

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