Passaparola - Funzione pubblica europea: riforme all’orizzonte?
Un rapporto speciale sulla funzione pubblica europea pubblicato recentemente dalla Corte dei conti europea ha messo l’accento sull’utilizzo eccessivo di personale temporaneo all'interno delle istituzioni europee, in quanto potrebbe “mettere a rischio la continuità operativa”.
Uno sguardo ai dati, innanzitutto. Fino al 2023, Parlamento, Consiglio e Commissione impiegavano il 66% di funzionari, il 23% di agenti contrattuali e l'11% di personale temporaneo, con una retribuzione pari a circa il 2% della spesa prevista dal Quadro Finanziario Pluriennale. Un ammontare complessivo di 51.000 dipendenti, dei quali circa 30.000 in servizio alla Commissione europea, circa 7.000 al Parlamento, più di 3.000 al Consiglio e 12.500, infine, alle Agenzie dell’UE nei vari Stati membri.
La Corte dei conti rileva un chiaro aumento del numero di agenti temporanei che hanno prestato servizio permanente tra il 2019 e il 2023: +256% al Consiglio, +192% alla Commissione e +89% al Parlamento. In Commissione, ad esempio, gli agenti temporanei costituiscono oltre il 20% del personale permanente nella DG COMP e il 15% nelle DG ECFIN e JUST. Nei dipartimenti di recente creazione - la DG DEFIS e l'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie HERA - la percentuale del personale in servizio permanente varia tra il 18% e il 40%.
Nonostante le condizioni di lavoro flessibili e gli stipendi competitivi rispetto ai compensi offerti da altre organizzazioni internazionali, le Istituzioni hanno difficoltà ad attrarre alcuni profili specialistici, in particolare nelle politiche in ambito digitale. L'aumento del numero di personale temporaneo che occupa posti permanenti è, infatti, più consistente in questo settore (+23%) che in quelli di policy (+11%) o di traduzione/interpretariato (+6%).
Alcune nazionalità, peraltro, mostrano poco interesse per l’impiego nella funzione pubblica europea: rispetto alla media tedeschi, olandesi e austriaci sono i più sottorappresentati.
Il documento insiste, inoltre, sulla necessità di ulteriori sviluppi a livello di gestione della performance del personale, ancora troppo concentrate sui casi più gravi di inadempienza professionale. Scarseggiano, al momento, le procedure formali di sostegno nei casi di performance insufficienti, prima che si trasformino in inadempienze. Infine, i vincoli legali limitano la possibilità di premiare i migliori risultati con promozioni più rapide e l'uso di incentivi non finanziari non è stato formalizzato, ad eccezione di alcuni premi.
La Corte auspica degli interventi concreti nel corso del 2025.
stefano.dessi@unioncamere-europa.eu
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