L'INTERVISTA - Ugo Bassi

- Rispetto alle strategie passate, con la Savings and Investments Union la Commissione riunisce sotto lo stesso cappello la Capital Markets Union (CMU) e la Banking Union (BU). Ci può spiegare questo nuovo approccio?
Questa nuova iniziativa si basa sui progressi già compiuti nell'ambito dei due piani d'azione per la CMU e sugli sforzi paralleli per sviluppare la BU. La SIU adotta un approccio olistico che abbraccia l'intero sistema finanziario dell'UE: lo sviluppo ed integrazione dei mercati dei capitali, da una parte, ed una maggiore capacità delle banche d’intermediare i risparmi dei cittadini verso investimenti nell’economia reale, dall’altra, sono fondamentali per stimolare il progresso tecnologico e l'innovazione, facilitare i cambiamenti strutturali verso un'economia più sostenibile e digitale, finanziare le priorità dell'UE e rafforzare l'autonomia strategica dell'UE.
Le due iniziative non seguono binari paralleli ma convergenti. In passato gli sforzi della Banking Union si sono focalizzati sul creare un sistema bancario più solido e funzionale per finanziare l’economia e nel contempo agire da canale di trasmissione della politica monetaria.
Adesso che questi obiettivi sono stati largamente raggiunti, ci aspettiamo progressi anche sul fronte del sistema di garanzia dei depositi. Il focus così si sposta anche verso il potenziamento della funzione d’intermediazione delle banche, non solo tra risparmio e credito, ma anche tra risparmio ed investimenti in strumenti di capitale, sempre tenendo presenti gli obiettivi di stabilità finanziaria.
Gli interventi che intendiamo apportare nei prossimi mesi, da una parte, intendono stimolare il contributo degli intermediari finanziari, incluse le banche, nel consentire alla clientela retail una maggiore partecipazione al mercato dei capitali in modo da diversificare i propri risparmi verso investimenti con più alto rendimento atteso nel lungo termine, nonché verso le priorità individuate dell’UE, se ciò rientra tra gli interessi ed obiettivi della clientela. Dall’altro lato, le banche avranno l’opportunità di liberare importanti risorse di capitale per nuovi impieghi grazie ad un maggiore uso delle cartolarizzazioni, anche grazie ad un approccio prudenziale meno conservativo e meglio parametrato al rischio. Intendiamo anche chiarire come le banche potranno beneficiare di trattamenti prudenziali agevolati nel caso di investimenti in capitale in settori inquadrati da programmi legislativi.
In definitiva, un sistema finanziario più equilibrato verso il mercato dei capitali, che offre maggiori opportunità di sviluppo e crescita alle imprese, incluse quelle operanti in settori economici ad alta produttività ed alto contenuto d’innovazione, mitiga gli effetti negativi delle strette creditizie in periodi di crisi, e consente al contempo una maggiore diversificazione dei risparmi dei cittadini per preservare e possibilmente accrescerne il valore nel lungo termine.
- Quali ritiene siano i progressi più recenti verso l'Unione dei Mercati dei Capitali (CMU)?
L'UE lavora da oltre 30 anni per sviluppare e integrare i mercati dei capitali in Europa, con l'obiettivo di garantire il libero flusso di capitali nonché la massima efficienza dei mercati dei capitali dell'UE siano efficienti.
Dal primo piano d'azione sull’Unione del Mercato dei Capitali nel 2015 (e la seguente revisione nel 2017) e il secondo piano nel 2020, sono stati compiuti progressi significativi. Tra le misure legislative e non legislative presentate negli ultimi anni dalla Commissione (tra le quali alcune sono ancora in fase di negoziazione), figurano:
- iniziative che migliorano gli incentivi per le imprese a utilizzare i finanziamenti del mercato e per gli investitori istituzionali per finanziarle (per esempio, le proposte relative all’ European Single Access Point per i dati relativi alle imprese e ai prodotti, il Consolidated Tape per i dati sulle negoziazioni di borsa in tempo reale, la normativa sulle quotazioni – Listing Act - per agevolare alle imprese l’accesso ai mercati pubblici dei capitali, la revisione del quadro europeo dei fondi di investimento a lungo termine (ELTIF) e la revisione del quadro prudenziale per le assicurazioni in Solvency II);
- iniziative volte a migliorare la fiducia degli investitori al dettaglio nei confronti dei mercati dei capitali ed iniziative in materia di educazione finanziaria;
- iniziative che affrontano importanti ostacoli alla libera circolazione dei capitali all'interno del mercato unico - quali, per esempio, semplificare le procedure sulla ritenuta alla fonte (withholding tax), gli sforzi in corso per garantire l’ armonizzazione di alcuni aspetti delle procedure di insolvenza delle imprese e misure volte a migliorare il funzionamento delle infrastrutture di mercato, anche nel contesto transfrontaliero (EMIR 3), e revisione del regolamento sui depositari centrali dei titoli (CSDR).
Tali misure sono state proposte e concordate per generare un impatto positivo sulla crescita dei mercati dei capitali dell'UE, facilitando gli investimenti cross-border e rendendo l'UE una destinazione più attraente per gli investitori, sia nazionali che dei paesi terzi. Inoltre, fattori esterni quali il contesto geopolitico e macroeconomico rendono la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali ancora più importante e urgente, motivo per il quale la Commissione continuerà lavorare incessantemente per favorire la nascita di un vero mercato unico dei capitali, adesso con il progetto chiave dell’Unione dei risparmi e degli investimenti (SIU).
Solo dei mercati dei capitali sviluppati, liquidi e ben integrati possono infatti generare la portata di finanziamenti necessaria per sostenere le richieste create dalle priorità politiche recentemente definite — i piccoli mercati dei capitali nazionali, da soli, non sarebbero in grado di generare il volume necessario di capitali privati. Smantellare le barriere esistenti che impediscono la nascita di un unico settore finanziario europeo è uno degli obiettivi chiave della SIU.
- La frammentazione del mercato finanziario rappresenta ancora un ostacolo per le PMI. Quali gli interventi previsti per favorire un ecosistema più integrato?
La frammentazione del mercato finanziario ostacola l'integrazione sia a livello nazionale che europeo, e impone costi economici significativi su intermediari e consumatori. In questo quadro, le PMI sono impattate in modo cruciale in quanto hanno spesso meno possibilità di crescere, o accedere a finanziamenti.
Un obiettivo cruciale della SIU sarà sostenere la competitività della nostra economia, interessando anche le PMI. Ridurre la frammentazione dei mercati finanziari aiuterà a ridurre costi e inefficienze per le aziende, e a concentrare meglio la liquidità dispersa tra i mercati nazionali. Inoltre, le norme nazionali, le interpretazioni divergenti della regolamentazione UE e le diverse pratiche di vigilanza nazionali pongono ancora ostacoli alla libera circolazione dei capitali e alla fornitura di servizi finanziari cross-border. Per fare un esempio, per i soli servizi finanziari, il FMI stima che le barriere interne al mercato unico siano equivalenti a una tariffa superiore al 100%, implicando un enorme costo per l'economia dell'UE. Tutto questo sta agendo come un freno alla crescita economica più ampia, all'innovazione e alla creazione di posti di lavoro, anche in settori legati alla transizione verde e digitale, in cui le PMI sono particolarmente importanti.
Per far fronte al problema della frammentazione dei mercati, la Commissione sta attualmente lavorando ad un pacchetto di riforme legislative da adottare entro la fine dell’anno e volte a rivedere le regole sulle infrastrutture del mercato finanziario, la struttura del mercato di negoziazione, e le attività di investimento transnazionali. Il pacchetto conterrà misure volte a modernizzare la normativa vigente anche alla luce di nuove tecnologie e sviluppi finanziari, oltre a garantire una migliore qualità di esecuzione e formazione dei prezzi nelle sedi di negoziazione dell'UE, riducendo al contempo gli oneri amministrativi a carico degli operatori di mercato.
- In che modo la Commissione intende incentivare il venture capital e il private equity per sostenere le start-up e le scale-up europee?
Agevolare il finanziamento delle imprese, soprattutto quelle innovative in grado di creare occupazione e rilanciare la competitività dell’Unione Europea è un obiettivo chiave di questa Commissione.
La Commissione intende facilitare maggiori investimenti privati partendo innanzitutto dagli investitori istituzionali, quali i fondi pensione e le imprese di assicurazione. Tali soggetti spesso adottano politiche di investimento conservative che, nel caso dei fondi pensione complementari in particolare, non sempre sono necessariamente in linea con obiettivi di rendimento a lungo termine – sia per i fondi stessi, che per le rendite pensionistiche dei propri membri.
Le misure che introdurremo a tale riguardo avranno per lo più uno scopo chiarificatore del trattamento prudenziale agevolato per investimenti a lungo termine in capitale di rischio. Accanto ad esse, nell’ambito dei fondi pensione complementari la Commissione prevede misure tese a fare crescere il settore tramite una maggiore partecipazione, ad esempio raccomandando agli Stati membri l’introduzione dell’auto-enrollment nei fondi occupazionali di secondo pilastro. Aumentare la partecipazione e quindi la dimensione dei fondi pensione potrebbe accrescere in misura più che proporzionale la quota allocata in investimenti alternativi alle obbligazioni ed azioni quotate, ad esempio tramite acquisto di quote di fondi EuVeCa o ELTIF.
Proprio sui fondi EuVeCa nel 2026 predisporremo una proposta di revisione per uniformarne ulteriormente l’implementazione negli stati membri. Inoltre la Commissione vigilerà con più attenzione ed interverrà laddove necessario per eliminare eventuali barriere e restrizioni agli investimenti cross-border e in capitale di rischio.
Un’altra area di possibile sviluppo che la Commissione sta analizzando è quella dei co-investimenti pubblico-privati. Insieme ad altre Istituzioni europee quali la Banca Europea d’Investimento, che ha un ruolo chiave come investitore in fondi di private equity e venture capital in Europa, sarà valutato il possibile potenziamento degli strumenti esistenti di garanzie pubbliche e altre forme di assunzione del rischio che possono aiutare a catalizzare e moltiplicare gli investimenti privati.
Non va dimenticata infine la riforma delle procedure d’insolvenza attualmente in discussione tra i co-legislatori che mira a ridurre alcune differenze procedurali tra paesi membri che impattano sui tempi e l’ammontare di recupero degli investimenti da parte dei creditori e degli azionisti, e che spesso scoraggiano gli investimenti cross-border, anche da parte di soggetti extra-UE.
Savings and Investments Union: quali vantaggi offre alle PMI?
Come evidenziato anche sopra, la SIU si basa su priorità chiave per le nostre economie, come l’integrazione dei mercati, ma anche la sostenibilità e digitalizzazione. Le PMI svolgono un ruolo fondamentale specialmente in riferimento a queste ultime, essendo motori d’innovazione in questi ambiti, ed è essenziale che dispongano di fonti d’investimento che possano supportarle nelle fasi di crescita, dal “seed funding” al supporto per ricerca e sviluppo, fino alle fasi di maturità come la quotazione dei titoli in borsa.
Tra i vantaggi che la Savings and Investments Union (SIU) offre alle PMI troviamo:
- Più accesso e scelta sui finanziamenti: le PMI spesso affrontano difficoltà nell'accesso ai finanziamenti rispetto alle grandi imprese, specialmente quando si tratta di mercati privati o fonti di finanziamento alternative (oltre al riscontrare maggiori ostacoli nel ricorrere ai prestiti bancari tradizionali). Nel favorire una maggiore mobilitazione dei mercati dei capitali, la SIU mira a facilitare l'accesso ai finanziamenti anche per le PMI, specialmente quelle innovative e in fase di crescita, a una gamma più ampia di risorse finanziarie, permettendo loro di attingere a fondi non bancari come il venture capital e i mercati obbligazionari.
- Costi di finanziamento ridotti: la strategia SIU mira e rendere il mercato dei capitali europeo più integrato e sviluppato. Uno degli obiettivi è quello di generare una maggiore concorrenza tra gli investitori e, di conseguenza, ridurre i costi di finanziamento per le PMI, rendendo la raccolta di capitale più economica per queste aziende.
- Crescita e internazionalizzazione: con un accesso più facile ai capitali, le PMI possono investire di più nella loro crescita, espandersi su nuovi mercati e aumentare la competitività a livello internazionale. Piazzandosi sui mercati finanziari europei, inoltre, possono aumentare la loro visibilità di fronte a investitori ben al di fuori dei mercati nazionali.
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