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L'Intervista - Patrick Pagani

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  1. L’agricoltura è tornata prepotentemente in cima all’agenda europea. Quali le vostre aspettative?

L’agricoltura è da sempre al centro del progetto europeo, a causa della sua importanza strategica. L’agricoltura è un pilastro di primaria importanza per l’economia europea e sostiene un’ampia gamma di settori e attori mediante la propria produzione, garantendo al contempo l’autonomia alimentare dell’UE. Occorre ricordare costantemente questo ruolo strategico, in particolare negli anni a venire, considerato il moltiplicarsi delle sfide per l’intero settore agricolo europeo. Le proteste agricole che si sono moltiplicate nel corso dei mesi scorsi mostrano l’urgenza, da parte dell’Unione europea, di riposizionare le zone rurali e l’agricoltura al centro del dibattito, al fine di ritrovare il proprio orientamento agricolo. Tale orientamento è stato confermato anche nel discorso d’insediamento della Presidente von der Leyen nel luglio scorso e recentemente dalle conclusioni del Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura. Ora ci aspettiamo azioni concrete dalle Istituzioni Europee in linea su Bilancio UE, coerenza tra politiche interne ed esterne, azioni a tutela del giusto reddito per gli Agricoltori.

 

  1. La doppia transizione necessita di un impegno particolare dell’UE sul fronte delle risorse. Come si pone Copa Cogeca nei confronti delle diverse proposte sul tavolo per riformare risorse e finanza UE?

Gli agricoltori, i silvicoltori e le loro cooperative sono attivamente impegnati nella realizzazione delle transizioni necessarie per il clima e la biodiversità e chiediamo politiche europee che guardino al futuro e assistano strategicamente il settore.

Grazie a innovazione e investimenti riusciamo a fornire soluzioni intese a sviluppare un’agricoltura più ecologica e sostenibile. Il settore è impegnato a contribuire al conseguimento della neutralità dell’UE dal punto di vista climatico entro il 2050, riducendo le nostre emissioni, producendo biocarburanti, bioenergia e biomateriali e aumentando l’assorbimento di carbonio che agricoltura e silvicoltura possono costituire, che permette di sostituire nel contempo i carburanti fossili. Tuttavia, la produzione di alimenti (compresi i mangimi) resta un fattore centrale, in linea con l’accordo di Parigi. Per rispondere alle sfide con cui si confronta l’agricoltura e per avviare un dialogo rinnovato con le istituzioni europee, riteniamo che il prossimo bilancio dell’UE dovrebbe riflettere meglio le ambizioni europee relative all’agricoltura. Abbiamo bisogno di una PAC forte con un bilancio per il periodo post-2027 che sia in linea con le crescenti esigenze del settore, pur garantendo che i fondi dedicati al di fuori della PAC vengano inquadrati. Sebbene sia vero che il bilancio della PAC costituisca circa un terzo del bilancio dell’UE, quando consideriamo il PIL, l’agricoltura dell’UE utilizza lo 0,4% di quest’ultimo, mentre il suo contributo al PIL dell’UE è di tre volte superiore (circa l’1,3% del PIL dell’UE nel 2022). Inoltre, se l’Ucraina (e/o altri paesi) dovesse diventare uno Stato membro dell’UE, considerando che questo porterebbe ad un incremento significativo (almeno del 30%) delle superfici coltivate, sarebbero necessari fondi aggiuntivi. Il possibile accesso di Stati candidati recherà con sé sfide cruciali per l’intero sistema agricolo europeo, che sarà interessato sia a livello finanziario che produttivo. In quest’ottica, è importante istituire misure di salvaguardia e garantire un periodo di transizione appropriato, al fine di assicurare che la PAC disponga dei giusti strumenti per rispondere alle esigenze del mercato. Sebbene comprendiamo che le esigenze di bilancio dell’UE siano molteplici, il sostegno a ulteriori azioni/politiche non dovrebbe avvenire a scapito del bilancio della PAC. Al contrario, sono necessarie più sinergie con altri fondi. Un chiaro esempio sono le proposte legislative attuali sul sequestro del carbonio nei suoli agricoli, sul ripristino della natura e sulla salute del suolo.

 

  1. La complessa situazione geopolitica pone l’agricoltura europea di fronte a sfide importanti. Come si sta posizionando il vostro settore al riguardo?

Gli agricoltori europei si trovano ad affrontare un contesto di “policrisi”, guerre, crisi energetica, eventi climatici estremi più frequenti. L’invasione russa dell’Ucraina e le guerre in Medio-Oriente hanno reso ancora più importante la necessità di assicurare l’approvvigionamento di cibo e la sicurezza alimentare per l’Unione Europea insieme al ruolo svolto per ridurre ulteriormente l’insicurezza alimentare dei paesi extra UE. Gli agricoltori europei insieme a tutta la filiera alimentare son pronti a svolgere il proprio ruolo ma chiedono ai decisori europei politiche stabili, innovazione, una prospettiva che permette di guardare al futuro con confidenza e coraggio.

 

  1. L’Osservatorio della Catena Agroalimentare dell'UE ha recentemente cominciato le sue attività. Quale la vostra valutazione e come intendete contribuire al successo dell’iniziativa?

Gli agricoltori, i proprietari forestali e le loro cooperative hanno intensificato gli sforzi profusi al fine di integrare la sostenibilità nelle loro pratiche quotidiane e questo ha un costo. Gli agricoltori europei sono in grado di soddisfare richieste più ambiziose in termini di sostenibilità ambientale e sociale, a patto che venga tutelata la loro competitività. Il reddito degli agricoltori nell’UE rappresenta meno della metà delle retribuzioni lorde di altri settori, pertanto la stabilità economica dovrebbe figurare tra le prime priorità alla luce delle tendenze inflazionistiche. A tal proposito, è necessario migliorare la posizione degli agricoltori europei lungo la catena alimentare. Ciò può essere conseguito garantendo con urgenza un compenso equo ai nostri 9 milioni di agricoltori all’interno della catena alimentare con un’attuazione efficace in ogni Stato membro della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e della relativa revisione. Molto lavoro deve essere fatto e l’Osservatorio recentemente istituito rappresenta un passo nella giusta direzione. Come Copa-Cogeca siamo parte attiva dell’Osservatorio. Deve essere accompagnato da proposte urgenti come proibire la vendita sotto costo per gli Agricoltori. Il settore attende azioni concrete per assicurare un reddito degno e stabilità che garantiscano una ricompensa per i risultati conseguiti in termini di sostenibilità da agricoltori e cooperative. Promuovendo e incentivando inoltre le filiere corte e le reti di mercato degli agricoltori che si sono dimostrate un importante sbocco di mercato per questi ultimi e un modello positivo per i consumatori.

patrick.pagani@copa-cogeca.eu

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