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EDITORIALE - Lo Stato dell’Unione della Difesa europea

foto difesa europea

In uno scenario geopolitico quanto mai instabile, si riprende la scena europea il settore della difesa. E lo fa quasi con prepotenza, ricordando agli Stati Membri l’urgenza di trovare una posizione comune – e un approccio innovativo di cooperazione – per infondere nuova spinta al comparto.

Questo appare il senso principale del Coordinated Annual Review on Defence (CARD) report, di fresca pubblicazione da parte dell’Agenzia per la Difesa europea. Documento in linea, peraltro, con alcuni suoi illustri predecessori: se il Rapporto Letta, infatti, oltre a ritenere la difesa - unitamente ad energia, telecomunicazioni e finanza - un asset strategico per il futuro dell’Unione, ne auspica una prevalenza unionale nel medio periodo, il Rapporto Draghi ne sottolinea la mancanza di coordinamento a livello europeo e di standardizzazione dei prodotti, fattori che ne indeboliscono la base industriale.

E affinché aumenti l’impulso industriale, deve necessariamente diminuire la dipendenza strategica dalle materie prime dei Paesi terzi, dato dolente ormai più che consolidato. Indispensabile, a questi fini, la crescita sensibile del budget. Non sembra più verosimile l’obiettivo condiviso dal 2014 dai paesi Nato, che fissava al 2% dei PIL nazionali la quota finanziaria dedicata alla difesa. E, per quanto gli sforzi siano evidenti già dal 2023, con un aumento del 10% delle spese, pari a 279 miliardi di euro, gli Stati Membri dovrebbero impegnarsi a spendere 326 miliardi di euro, pari all’1,9 % del PIL UE, destinando 102 miliardi agli investimenti in ricerca, sviluppo e acquisizione di nuove capacità di difesa. Dati, questi, parzialmente bilanciati dai numeri positivi delle vendite delle imprese europee nel 2023: 158,8 miliardi, il 16,9% in più rispetto al 2022, mentre le  esportazioni militari sono risultate in crescita di 57,4 miliardi, il 12,6% in più.

Un processo complesso, come è facile intuire, figlio di un equilibrio precario fra centro e periferie. Processo che troverà il suo culmine ad inizio primavera del 2025, termine entro il quale il neo-Commissario alla Difesa Andrius Kubilius dovrà presentare il Libro Bianco sul Futuro della Difesa Europea. Con la Commissione in piena operatività dal 1 dicembre, non resta che attendere il prossimo step.

Flavio Burlizzi

Direttore Unioncamere Europa

Aggiornato il