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Unione dell'energia: a che punto siamo

Energia rinnovabile

Lo scorso 11 settembre, la Commissione europea ha pubblicato l’edizione 2024 della Relazione sullo stato dell'Unione dell'energia. La nona edizione del report fa il punto sugli avanzamenti annuali della politica energetica e ripercorre i risultati più importanti raggiunti nel precedente mandato delle CE.

A giugno 2024, la quota di gas russo nelle importazioni si è attestata al 18%, continuando la sua discesa dal valore raggiunto prima della guerra (45% del 2021). Nella prima metà del 2024, metà della produzione di energia elettrica dell'Ue proviene da fonti rinnovabili, anche grazie ad una capacità eolica e solare installata in forte aumento (del 36% tra il 2021 e il 2023). L’energia eolica ha raggiunto un altro primato: è la seconda fonte d'elettricità dopo l’energia nucleare, superando il gas. Anche il solare tocca nuovi livelli di capacità installata: nel 2023 raggiunta quota 56 GW (40 GW nel 2022) e a fine 2023 nell'Ue sono stati installati circa 263 GW di capacità solare complessiva. I prezzi dell'energia sono più stabili e rimangono al di sotto del picco raggiunto nella crisi energetica del 2022, benchè rimangano comunque da 2 a 3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti (dal 2021 al 2023).

Dalle schede paese, che meritano un'attenta lettura, emerge che l’Italia è il mercato leader nelle tecnologie pulite: il 22% del fotovoltaico integrato negli edifici è prodotto dal nostro Paese, ma le energie pulite rappresentano solo il 20% del mix energetico e i combustibili fossili coprono una percentuale residua ben superiore alla media europea (69%).

Il documento ricorda i progressi verso una maggiore integrazione, auspica un miglioramento della governance, maggiore ambizione da parte degli Stati membri e un'accelerazione verso un'Unione dell’energia riflettendo sulle misure da adottare nei prossimi anni.

diana.marcello@unioncamere-europa.eu

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