Cronistoria
1984 - Il Bilancio di genere viene sviluppato in Australia per la prima volta
1995 - IV Conferenza Mondiale sulle donne di Beijing: l’ONU lo raccomanda come strumento a sostegno delle pari opportunità
2002 - Comincia a diffondersi in Italia, soprattutto presso Comuni, Province e Regioni
2002/2003 - Risoluzioni del Parlamento Europeo sul Gender Budgeting (2002/2198(INI)) – P5_TA(2003)0323)
2006 - Road Map per le pari opportunità 2007-2013 COM (2006) 92 dell’Unione Europea
2007 - Direttiva sulle “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche” che raccomanda l’utilizzo del Bilancio di genere nella PA
2009 - Viene citato nel D.lgs. 150/2009 come uno degli adempimenti nell’ambito della Relazione sulla performance che le amministrazioni pubbliche sono tenute a presentare annualmente
A oggi è stato sperimentato da più di 60 Paesi nel mondo. In Italia ha avuto larga diffusione soprattutto tra le amministrazioni pubbliche, in particolare quelle locali.
A differenza di quanto avvenuto all’estero, dove le iniziative sono sempre state di livello nazionale, nel nostro Paese l’impulso è partito dagli enti locali, in particolare da Province e Comuni; ciò forse è dovuto alla specificità del sistema pubblico italiano, che vede l’ente locale più “vicino” a cittadini e, quindi, maggiormente sensibile alla dimensione della responsabilità sociale nei confronti degli stessi.
Anche il Sistema camerale si è attrezzato per gestire in maniera adeguata il Bilancio di genere. E l’ha fatto non solo sotto la spinta delle esigenze normative, ma anche e soprattutto come occasione di crescita organizzativa e culturale (per approfondire è possibile consultare le iniziative e gli strumenti realizzati).
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