Cerca

"Coesione è competizione" - Nuove geografie della produzione del valore in Italia

C’è una maniera distorta di leggere la competitività italiana. Dobbiamo affrontare e risolvere, è vero, mali antichi e sempre più intollerabili – oltre al debito pubblico, le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia inefficace e non di rado persecutoria - ma non sono certo le performance delle nostre imprese a fare difetto. Siamo uno dei soli cinque paesi al mondo - con Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud – ad avere un surplus manifatturiero sopra i
100 miliardi di dollari, come dimostrano le 10 verità sulla competitività italiana di Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison. Anche perché possiamo vantare settori decisamente innovativi in campo ambientale: siamo, tra l’altro, i campioni europei nell’industria del riciclo. È così che dall’inizio della crisi il fatturato estero della nostra manifattura è cresciuto più di quello tedesco: +16,5% contro +11,6% (mentre, per converso, quello interno ha subito un crollo drammatico, legato anche a miopi politiche di austerità). Ancora più eclatanti le performance dell’export legato a cultura e creatività: + 35% tra 2009 e 2013. Sulla nostra capacità di competere, insomma, non c’è da discutere.

Aggiornato il