PORDENONE-UDINE - L'economia friulana unanime a sostegno della galleria su Passo di Monte Croce Carnico
Galleria per il futuro del Passo di Monte Croce Carnico? Per l’economia friulana – e per quella carinziana – è un sì, unanime e convinto, com’è emerso dal tavolo di confronto convocato ieri pomeriggio (mercoledì 6 novembre) dal presidente della Camera di commercio Pordenone-Udine Giovanni Da Pozzo, assieme alla Regione, con l’interessamento in prima persona del vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini, presente nella sala giunta dell’ente camerale assieme all’assessore regionale alle infrastrutture Cristina Amirante, collegata in videoconferenza. All’invito a partecipare hanno risposto i rappresentanti delle categorie economiche provinciali e regionali, ma anche il presidente della Comunità di montagna della Carnia Ermes Antonio De Crignis, nonché, anch’essi in collegamento video, i vertici della Camera dell’economia della Carinzia e l’europarlamentare austriaca l'europarlamentare austriaca Elisabeth Dieringer-Granza.
«Quello del passo di Monte Croce – ha sintetizzato il presidente Da Pozzo – non è un problema che riguarda solo una parte della regione, ma ci riguarda tutti, da una parte e dall’altra del confine. Ringrazio l’assessore Amirante e il vicepresidente Mazzolini che con noi hanno promosso questo incontro da cui è emerso che tutte le categorie vogliono guardare lontano. La soluzione a breve è necessaria, ovviamente, ma è proprio questo il momento di riprendere un percorso di più ampio respiro, che garantisca un futuro stabile a questo collegamento. Chiediamo, tutti, a grande voce che si abbia già oggi la forza e la volontà di percorrere la soluzione del traforo. Poi, gli aspetti tecnici saranno valutati da chi di competenza, ma siamo tutti concordi che se si tratta di un traforo di soli 4 chilometri saremo tutti in prima linea per impegnarci affinché questa soluzione possa essere adottata nel tempo minore possibile per garantire all’economia e al turismo di entrambi i nostri Paesi, non solo della Carnia e della Carinzia, di riprendere a crescere».
L’assessore Amirante ha fatto il punto della situazione e assieme al vicepresidente Mazzolini, da sempre favorevole a una infrastruttura che dia sviluppo a tutta l'area, ha spiegato quali sono le alternative studiate e proposte in collaborazione con le istituzioni carinziane. «Se siamo tutti d’accordo abbiamo più facilità di arrivare a una soluzione», ha detto Mazzolini che, assieme ad Amirante, ha ricordato che la viabilità interrotta sarà riaperta, dopo i lavori di messa in sicurezza, entro dicembre. «L’impegno della Regione è stato notevole finora – ha aggiunto Da Pozzo – e proprio per questo è ora il momento di guardare al futuro dopo decenni di rinvii. Sappiamo che il ragionamento a lungo termine è più impegnativo, ma è di prospettiva, e risolvere con una soluzione stabile e sicura il passo rappresenta un nodo fondamentale per lo sviluppo di entrambi i Paesi». Da parte dei “colleghi” carinziani, la massima disponibilità a fare tutto il possibile per andare verso la soluzione condivisa, anche interessando le categorie economiche locali, nonché le autorità della Carinzia e i rappresentanti del Governo.
«Grazie alla Regione e al Governo e ai colleghi austriaci – ha aggiunto Mazzolini – siamo riusciti a fare già un grande lavoro finora. Il ripristino e la necessità di riapertura della strada ci hanno dato l’opportunità di discutere del futuro. Si dice “grandi opere”, ma in questo caso grandi non sono. Una galleria di poco più di 4 chilometri, progettata con ogni attenzione, darebbe importanti risposte a chi vive e opera in queste aree e guarderebbe ben oltre, con vantaggi anche in termini di sicurezza e di manutenzione. L’Europa ha un ruolo fondamentale in questa operazione e stiamo tutti lavorando per trovare risorse a ogni livello, partendo proprio da quello europeo, per arrivare ai due Paesi e alle nostre due regioni confinanti». Oltre al sì compatto dei rappresentanti delle categorie, De Crignis ha confermato anche quello dei sindaci della Comunità di montagna, «che vogliono arrivare a una soluzione e sentono che tutta la regione li sostiene».
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