In Italia 3,1 milioni di green jobs, il 13,4% degli occupati
Il Rapporto GreenItaly, arrivato alla quindicesima edizione, è realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, Enel e molte organizzazioni e oltre 40 esperti. È stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Alessandro Rinaldi, vice direttore generale del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Sono intervenuti Giulia Gregori, Responsabile Corporate Strategy Implementation and Engagement Novamont; Simona Fontana, direttore generale CONAI; Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel.
Nel quinquennio 2019-2023, sono state 571.040 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 38,6% del totale ovvero più di 1 su 3. Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, 3.163 mila unità. Nel 2023 i nuovi contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.918.610, il 34,8% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,5 mln), con un incremento di 102.490 unità rispetto alla precedente rilevazione.
Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree della logistica (incidenza 88,8%), della progettazione e sviluppo (86,7%) e le aree tecniche (80,2%). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2023 – su un totale di quasi 5,5 milioni di contratti previsti nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nel 79,4% dei casi. L’Italia si conferma leader sul fronte del recupero di materia, un campo in cui il Paese, povero di materie prime, da tempo primeggia. Secondo Eurostat, la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6% (2022), un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee, Germania (75,3%), Francia (79,9%) e Spagna (73,4%), e alla media UE-27 (57,9%).
Aggiornato il