G. Turci sas di Paola Turci e C.
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Sede
Informazioni storiche
Produzione e rivendita calzature; successivamente commercializzazione di calzature.
Sembrerebbe che agli inizi dell’Ottocento Secondo Turci gestisse a Viadana una discreta produzione di quelle calzature dalla punta arrotondata e dalla suola robusta conosciute nel nord Italia con il nome di zibre o zibrette. Nei primi anni del Novecento Luigi, il primo dei sedici figli di Secondo, una volta appresi dal padre i segreti della produzione di calzature, decise di abbandonare Viadana per mettersi in proprio. Dapprima si recò a Milano ma subito dopo si trasferì a Vigevano dove da più di cinquant’anni esisteva una tradizione produttiva centrata proprio sulla scarpa. Nacque così il “Calzaturificio Condor” che arrivò a produrre circa 1.200 paia di zibrette al giorno. Era però necessario per la distribuzione avvalersi di un punto di smistamento centrale e per questo Luigi tornò a Milano per aprire in via Vigevano n. 32 un piccolo esercizio commerciale e affittare dei magazzini situati nel prospiciente vicolo Sartirana. La ferrovia si trovava nelle vicinanze lungo la tratta Vigevano-Milano. Sicuramente il periodo maggiormente problematico per l’attività fu l’aprirsi del ventennio fascista che vide il negozio e i magazzini oggetto di continue perquisizioni che non poco intralciarono l’attività di distribuzione del calzaturificio. Nel frattempo, l’unico figlio di Luigi, Guglielmo, immediatamente dopo la fine della Prima guerra mondiale di ritorno dal fronte, aveva cominciato a collaborare nella gestione del negozio milanese, assieme alla moglie, Matilde Maggiora sposata nel 1921. Guglielmo e Matilde si resero conto che la produzione di zibrette non sarebbe potuta continuare a lungo, in parte per la trasformazione del mercato che cominciava ad essere maggiormente esigente, in parte perché strettamente legata alle capacità paterne. Decisero dunque di puntare maggiormente sulla vendita al minuto, rimasta fino ad allora un’attività relativamente marginale. L’occasione per ingrandirsi venne nel 1930 quando si resero disponibili lo spazio ancora oggi occupato dal negozio in piazzale Stazione Genova n. 3 e l’annesso appartamento. Si avviò così la distribuzione non solo delle zibrette paterne, ma anche di alcuni importanti prodotti presenti allora sul mercato. Di lì a pochi anni, nel 1933, il Calzaturificio Condor fu definitivamente chiuso, in seguito alla scomparsa di Luigi. L’attività commerciale continuò invece ininterrottamente per tutti gli anni Trenta, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale durante la quale l’area dove si trova il negozio vicino alla ferrovia appunto fu devastata più volte dai bombardamenti. L’edificio che ospita il negozio non fu però mai colpito direttamente dalle bombe per cui, al termine del conflitto, l’attività poté riprendere senza problemi, grazie anche all’ingresso nella gestione dei figli (prima Carla e poi Giorgio). Carla abbandonò l’attività nel 1957, anno del suo matrimonio; poco tempo dopo anche i genitori cessarono di occuparsi direttamente del negozio che rimase appannaggio di Giorgio il quale aveva alle spalle un’esperienza ormai quasi decennale: era infatti fisso in piazzale Stazione Genova dal 1949, da quando aveva terminato gli studi liceali. Giorgio fu coadiuvato nella gestione da Ferruccio Bernieri: un collaboratore che, arrivato nel 1936 come fattorino, rimase per una cinquantina d’anni con la famiglia Turci. Negli anni nel negozio si è mantenuta la propensione verso prodotti di qualità, soprattutto sotto il profilo dei materiali e della fattura con meticolosità nella formazione del campionario, anche quando nei primi anni Ottanta quest’operazione è divenuta una decisione presa collettivamente da Giorgio assieme alla figlia Paola e al genero Giorgio Tarenzio. Sia Paola, di formazione grafica, sia Giorgio, fotografo professionista, in seguito al loro matrimonio, decisero di aiutare a tempo pieno Giorgio nella gestione del negozio. Oggi il negozio è condotto da Paola Turci con il marito Giorgio Tarenzio e il figlio Tommaso, il nipote William e la sua compagna Sara Bottinelli. In negozio lavorano altri quattro giovani e volenterosi dipendenti.