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Fornace Fonti Srl

logo
Forma Giuridica
S.r.l.
Camera di Commercio
CCIAA Venezia Rovigo
Settore
Industria
Sito web
www.fornacefonti.it
Email Impresa
info@fornacefonti.it

Sede

Indirizzo
via Giotto n. 41 - Grinano Polesine
Cap
45100
Comune
Rovigo
Provincia
Rovigo

Informazioni storiche

Attività Storica
Fornace Laterizi
Indirizzo Sede Storica
via Giotto n. 41 - Grinano Polesine
Cap Sede Storica
45100
Comune Sede Storica
Rovigo
Provincia Sede Storica
Rovigo
Data dichiarata avvio attività
1873
Descrizione Attività storica

Fornace per la produzione di laterizi.

Profilo storico

La Fornace Fonti nasce nel 1873 fondata da Giuseppe Giacomo Fonti, cittadino svizzero. Nel 1923 l’attività passa al figlio Alfredo Felice Fonti e nel 1939 a Giuseppe Girolamo Fonti che la sviluppa ulteriormente con nuovi impianti di produzione. Fino al 1948 la fornace non aveva dipendenti fissi, il lavoro era stagionale e veniva dato in appalto a nuclei familiari provenienti per lo più dal padovano. Era concesso dal proprietario il permesso di stabilirsi in piccoli fabbricati facenti parte dell’azienda per avere un'«ara» dove poter lavorare e vivere. L'ara era una data superficie di terreno dove tutta la famiglia, bambini compresi, lavorava per produrre mattoni lasciati poi essiccare al sole. Una famiglia numerosa poteva avere più are, ed essendo pagati a cottimo, il nucleo familiare cercava di produrre il più possibile visto che il periodo lavorativo utile andava da marzo a settembre. Una famiglia di 5/6 persone poteva arrivare a produrre fino a 2.000 mattoni al giorno. I primi cambiamenti radicali avvennero nel 1948, quando si modificò il sistema di lavoro e vennero acquistate le prime macchine: due mattoniere. Si evidenziò così la necessità di assumere personale stabile. In quell'anno cambiò inoltre la modalità di remunerazione dei lavoratori, che dal cottimo passò ad un sistema di paga annuale. Durante la Seconda guerra mondiale la Fornace fu occupata dai tedeschi prima, e dagli inglesi poi, e di conseguenza la produzione si dovette fermare. I tedeschi comunque ebbero rispetto per l'azienda e per la famiglia Fonti che aveva origini svizzere. Con l’alluvione del Polesine del 1951 moltissime aziende furono invase dalle acque che distrussero costose attrezzature interrompendo così la produzione. In tale circostanza la Fornace ottenne da parte del Genio Civile un finanziamento a fondo perduto di circa 700.000 lire. Con quella somma il forno venne svuotato dal fango, si fecero ripulire i pochi macchinari che potevano essere riutilizzati e si riacquistarono quelli irrecuperabili. Il momento di maggior sviluppo dell'azienda fu lungo tutti gli anni ’50 quando il numero dei suoi dipendenti raggiunse le 70 unità: era il periodo della ricostruzione post Seconda guerra mondiale e post alluvione con una richiesta di materiale enorme, anche da città lontane come Torino, Milano e Bolzano. Oggi la Fornace Fonti ha recuperato l'antica e sempre valida produzione di laterizi faccia a vista, lavorati autenticamente a mano, con pezzi speciali di varie forme e misure per utilizzazioni diverse. Si è specializzata nel restauro delle antiche pavimentazioni, e nelle coperture, con un particolare occhio di riguardo al coppo artigianale e alla tegola fotovoltaica, brevetto nato dall'esigenza di coniugare l'arte del restauro con il risparmio energetico delle rinnovabili. Tale produzione, eseguita da personale specializzato, è caratterizzata dalle imperfezioni tipiche del singolo pezzo "fatto a mano". Inoltre la cottura a carbone in un forno Hoffmann tradizionale conferisce al prodotto una colorazione particolare, una delicata policromia, che mette in risalto la muratura, donando un tocco di prestigio e originalità ad ogni costruzione. Dagli anni ‘90 la gestione aziendale è passata ai figli di Giuseppe Girolamo, Michele e Francesco con la costituzione della società Fornace Fonti Srl tuttora attiva.

Immagini

Il fondatore Giuseppe Giacomo Fonti, primi anni del novecento
La Fornace in una foto d'epoca
La Fornace colpita dall'alluvione nel Polesine, 1951
Castello Vufflens le Chateau, Vaud, Svizzera, restauro della torre con mattoni gialli, uno dei tanti interventi realizzati su dimore storiche