Nel 1898 Emanuele Bragagnolo, che lavorava come impresario edile nella città di Castelfranco Veneto, si trovò per lavoro in un piccolo pastificio del sud Italia, dove si innamorò del processo che si nascondeva dietro la produzione dello spaghetto. Da quel momento decise di diventare un pastaio. Tornò al nord per aprire un piccolo pastificio nel centro di Galliera Veneta: il Pastificio Bragagnolo. Venti anni più tardi il figlio Umberto prese le redini dell’azienda, trasformandola in un’attività industriale e spostando la sede principale a Castelfranco Veneto.  Nacque così il Pastificio Elettrico Bragagnolo. L’intraprendenza di Umberto lo spinse, nel 1932, ad aprire un secondo stabilimento a Zara, in Dalmazia. All’epoca Zara era una città italiana e lo stabilimento prese il nome di Pastificio Adriatico. Durante la Seconda guerra mondiale Zara subì numerosi bombardamenti e lo stabilimento fu requisito dal regime di Tito: questo avvenimento costrinse Umberto a tornare a Castelfranco Veneto. Fu proprio qui che subentrò la terza generazione con Franco Bragagnolo che iniziò pure ad esportare la pasta in tutto il mondo. Nel 1965 la sede principale si spostò a Riese Pio X e, in onore delle vicende di Zara, Franco decise di dare un nuovo nome all’azienda. Nacque ufficialmente Pasta Zara. Nel 1997 i figli Furio, Arianna, Umberto e Franca presero in mano l’attività. Perfezionando la formula del padre, diedero vita alla pasta che ancora oggi è amata in tutto il mondo per la sua capacità di mantenere inalterata la consistenza dopo la cottura e per la selezione di materie prime di altissima qualità. La fine degli anni ‘90 e l’inizio del 2000 ha visto l’apertura di altri stabilimenti nel nord Italia e la distribuzione di pasta in 108 paesi nel mondo. Nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria del Coronavirus, la produzione di Pasta Zara non si è fermata, arrivando a superare il record di produzione di 285.000 tonnellate in un solo anno.