La macelleria nacque a Milano nel 1920 dall’iniziativa di due fratelli, Gerolamo e Luigi Biassoni, originari di una famiglia di mugnai che disponeva di un mulino situato nell’attuale via Turro, a circa 200 metri da dove sorge attualmente il negozio. Gerolamo, nato intorno agli anni Novanta dell’Ottocento, partecipò alla Prima guerra mondiale. Una volta tornato sposò Maria Maggio, sorella del proprietario della Gelateria elettrica che si trovava nello stesso quartiere. Con Maria e con il fratello Luigi, aprì la macelleria che comprendeva anche l’attività di macellazione. Successivamente i regolamenti igienici concentrarono la macellazione nel Macello Comunale e l’attività del negozio si limitò alla sola rivendita. Nel giro di pochi anni i due fratelli vennero a mancare. La donna rimase da sola con due figli, Piera ed Emilio, e un’attività commerciale dominata tradizionalmente da figure maschili. La macelleria, così come veniva intesa una volta, richiedeva una notevole conoscenza degli animali e dell’affidabilità degli allevatori. Rimasta sola con i due figli, Maria dovette far ricorso all’aiuto di lavoratori esterni, ma soprattutto, a una grande forza di volontà che le consentì di assicurare la continuità del negozio (per questo motivo la macelleria porta il suo nome). Negli anni Cinquanta si inserì nell’attività Luciano Casiraghi che era un grossista al macello comunale. Alla fine della guerra, Luciano, tornato dalla prigionia in Germania, sposò proprio la figlia di Maria, Piera, e si dedicò al negozio consentendo così al cognato Emilio di crescere accanto a lui. Luciano non solo gli insegnò a lavorare i tagli, ma lo portò con sé alle fiere del bestiame, si fece accompagnare nelle stalle a scegliere gli animali, lo volle accanto nelle contrattazioni. Emilio e Luciano si preoccuparono di sviluppare il negozio anche sul piano dell’organizzazione degli spazi. Venne ampliato il retrobottega dove si effettuava la lavorazione dei pezzi di carne, rendendo possibile uniformarsi alle nuove norme igieniche. Nel 1957 Emilio sposò Maria Merli e l’anno dopo nacque Francesco. Nel 1979 per Francesco iniziò l’inserimento in negozio insieme allo zio Luciano e al padre. Nel 1986 Francesco sposò Giuliana Marchetti che aveva conosciuto da bambino. Giuliana proveniva da una famiglia di agricoltori della provincia e dopo il matrimonio seguì il marito a Milano inserendosi nell’attività della macelleria. Francesco spingeva per trasformare in modo deciso l’attività della macelleria. All’inizio degli anni Novanta il negozio introdusse la produzione diretta dei salumi e, dopo qualche anno, anche i primi piatti cotti. L’avvio della produzione della salumeria nacque sia dall’esigenza di trovare un’alternativa alla contrazione della vendita della carne, sia dalla cessazione dell’attività del salumificio artigianale della famiglia Buratti. Non riuscendo a trovare nessuno in grado di garantire un pari livello qualitativo, Francesco si rivolse al vecchio titolare, Giovanni Buratti, chiedendogli di insegnargli il mestiere. Fu un po’ come ricominciare da zero: la realizzazione dei salumi non era uguale alla macelleria bovina ma fece nascere una nuova passione professionale. Oggi la preparazione dei cotechini e la loro stagionatura attraverso processi basati sul freddo rappresentano uno dei punti di forza del negozio. La seconda importante trasformazione è quella connessa alla preparazione gastronomica. I piatti cotti consentono di offrire al cliente la possibilità di disporre di pasti genuini pronti. Oggi Giuliana e Francesco guidano l’attività preparando il loro figlio Daniele, già attivo in negozio, a succedergli in futuro.