Nel 1828 un produttore di cappelli, tale Francesco Sommariva doveva spedire a Boston nel Massachusset, per il tramite del Brigantino guidato dal capitano Giovanni Battista Borzone di Lavagna, due casse contenti 100 cappelli. L’operazione andò a buon fine. Oggi, a quasi due secoli di distanza, della Ditta Sommariva non vi è più traccia: ciò che resta di quel commercio è lo spedizioniere, la Marco Antonio Grendi e figlio, di Genova, fondata appunto nel 1828. Sei generazioni si sono succedute nella proprietà e nella guida della Grendi: nati come spedizionieri sono diventati nel tempo anche trasportatori, armatori, terminalisti. Un tempo si trasportava merce sfusa o in balle, che i “camalli” del porto di Genova movimentavano con il paranco, e venivano trasportate con navi di passaggio e smistate in banchina. L’attività di spedizionieri ed agenti marittimi, per così dire, “generici”, costituì il “business” di Grendi per tutto l’Ottocento e sino al 1936, quando la società si concentrò nei trasporti con la Sardegna: venne acquistato un magazzino nel porto di Cagliari, magazzino che fu distrutto da sei bombe nel 1943. Il direttore e quattro dipendenti morirono. Gli Alleati bombardarono pure il porto di Genova dove il Vapore Padre Santo era in procinto di salpare per Cagliari stivando merce Grendi. È del 1963 l’affitto della prima nave ma l’evoluzione di Grendi verso l’attività armatoriale deve essere fatto risalire al 1966. Nella primavera del 1967 poi Grendi inaugura un nuovo servizio di trasporto container tra Genova e la Sardegna con due navi. L’anno successivo ne varò una terza. L’era delle portacontainer era alle porte ed il Gruppo varò nel 1967 la prima vera nave portacontenitori operante sulle rotte del Mediterraneo. La Vento di Tramontana, la capostipite della nuova tecnologia. Questa nave, e quelle che su questo modello seguirono, avrebbe dovuto consentire al Gruppo di compiere un importante salto dimensionale. E invece nel 1969 si entrò in un tumultuoso periodo di conflitto all’interno del porto. Nel 1972 l’impresa abbandonò Genova e trasferì a La Spezia l’attività concentrandola sulla Sardegna. Lo sforzo di ristrutturazione fu coronato dal successo nel corso degli anni ‘80 quando vennero varate quattro nuove navi. Il mercato cambiò negli anni ‘90 insieme all’attività dei porti e perciò il Gruppo riconsiderò la possibilità di tornare ad operare nel porto di Genova anche come armatore. Non fu indenne dallo scontro con gruppi di “camalli” che bloccarono più volte l’approdo delle navi, ma finalmente nel 1992 Grendi diventò il primo terminalista privato nel porto di Genova. L’avvio dell’attività nel porto di Genova ha consentito al Gruppo di separare l’attività internazionale (rimasta a La Spezia ed attiva con il marchio Tarros) da quella nazionale (che è stata trasferita a Genova ed opera con il marchio Grendi Trasporti Marittimi). Al servizio terminalistico per terzi (attività conclusasi nel 1998), si sono affiancati due terminal propri, uno a Genova (operante dal 1992) ed uno a Cagliari, dove nel 1998 Grendi è diventato il primo terminalista privato nel nuovo moderno scalo del Porto Canale mediante la controllata “Feeder and Domestic Service”. Dal 2011 Grendi ha spostato il proprio terminal a Vado Ligure e nel 2013 ha inaugurato il nuovo magazzino nel Porto Canale di Cagliari. Da aprile 2016 Grendi ha spostato il terminal principale da Vado Ligure a Marina di Carrara.