Il I luglio 1615 Angelo da Fano ottenne il privilegio dal Duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga, di fabbricare carta al Maglio di Goito, una piccola frazione a circa 10 chilometri da Mantova. Nel 1688 l'impresa ottenne l'autorizzazione ducale a costruire un nuovo edificio sempre lungo il Naviglio a Goito che poteva sfruttare un salto d'acqua alto 3 metri con una capacità di 2.000 litri al minuto. Nel 1702 i diritti vennero confermati dai francesi e, in seguito dagli austriaci e dagli italiani, dopo l'annessione del territorio mantovano avvenuta nel 1866. L'ingresso nel Regno d'Italia avrebbe permesso all'impresa di allargare notevolmente i propri mercati di vendita andando a comprendere gran parte del nord Italia e città quali Venezia, Genova e Firenze. L'ampliamento della rete commerciale sarebbe stato supportato dal potenziamento della struttura produttiva attraverso l'adozione di turbine idrauliche e, nel 1870, con la sua elettrificazione. Nel 1886 un nuovo adeguamento dell'unità produttiva, avvenuto attraverso l'impianto di fonti di energia e di macchinari più efficienti, permise alla Cartiera Mantovana di crescere ulteriormente. Parallelamente dalle pionieristiche "strazze e garavelle" si passò alla paglia che tuttavia rendeva dipendente l'impresa dall'andamento dei raccolti agricoli, fino alla svolta del riciclo cartaceo intorno al 1970. Quanto alla proprietà questa era passata dai Fano ai Finzi e poi ai Levi Finzi per arrivare, nel 1931, ai Marenghi, discendenti del fondatore. Fino al 1973 l'impresa fu gestita da Dina Marenghi, prima donna in Italia ad essere nominata "Commendatore della Repubblica", per meriti imprenditoriali. Dal 1973 al 1996 la guida passò a Franco Marenghi e dopo di lui a Cristina Marenghi coadiuvata dai tre figli Marcofabio, Alberto e Vittorio. L'azienda, che fa parte de "Les Henokiens", è la prima in Italia per la produzione di carta blu e grigia utilizzata per l'imballaggio della frutta.