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Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale di Udine (ATER di Udine)

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Forma Giuridica
Ente pubb. Econ.
Camera di Commercio
CCIAA Pordenone-Udine
Settore
Servizi
Sito web
www.ater-udine.it
Email Impresa
info@ater-udine.it

Sede

Indirizzo
via Sacile n. 15
Cap
33100
Comune
Udine
Provincia
Udine

Informazioni storiche

Attività Storica
Edilizia residenziale pubblica
Indirizzo Sede Storica
via Morpurgo n. 12
Cap Sede Storica
33100
Comune Sede Storica
Udine
Provincia Sede Storica
Udine
Data dichiarata avvio attività
1921
Descrizione Attività storica

Costruzioni e edilizia residenziale pubblica.

Profilo storico

Dopo l’unificazione e a seguito della rapida industrializzazione delle città del nord Italia, si presentò il problema di come alloggiare i lavoratori. Sul modello della Società Umanitaria di Milano (1904) che sperimentò modelli di abitazione integrati a servizi per la classe lavoratrice, a Udine, nel 1913, si cominciarono a costruire i primi alloggi di questo tipo (alcuni esempi esistono ancora in via Napoli e in via Della Valle). Risalgono al primo dopoguerra gli interventi che segnarono l’inizio della storia dell’ATER. L’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Udine (già Istituto Autonomo per le Case Popolari della provincia di Udine) si costituì il 5 marzo 1921 per iniziativa del Comune di Udine, della Provincia e della Cassa di Risparmio. L’attività edilizia si avviò l’anno successivo con i lavori per la costruzione del quartiere cittadino di via Ermes di Colloredo, ove l’ente ebbe anche la sua prima sede. Seguirono anni di intensa attività, divenuta ancora più rilevante dopo il 1938, quando la competenza territoriale fu estesa a tutta la provincia. Quartieri di edilizia economica e popolare sorsero così nei principali centri del Friuli e, via via, anche nei centri minori. L’attività ebbe ulteriore impulso negli anni successivi alla guerra e il patrimonio edilizio, già cospicuo, andò ampliandosi parallelamente allo sviluppo economico del Paese e della Regione. All’inizio degli anni ’60 si raggiunsero i 5.000 alloggi, la metà dei quali nella città di Udine che in quel periodo aveva visto crescere notevolmente la sua popolazione. La legge di riforma della casa, approvata nel 1971, portò allo scioglimento dei numerosi enti edilizi statali ed al trasferimento del loro patrimonio agli IACP. Grazie a questo apporto e alle ulteriori realizzazioni, nel 1975 le disponibilità dell’istituto salirono a 6.900 alloggi. Gran parte di essi furono gravemente danneggiati o distrutti a seguito degli eventi sismici del 1976. L’Istituto si trovò così impegnato sia a ricostruire quanto era andato perduto, sia ad attuare nuovi interventi nelle zone terremotate per consentire il rientro della popolazione. Negli ultimi vent’anni, a fronte di una situazione urbana e sociale profondamente mutata rispetto alle origini, l’attività dell’ente si è concentrata prevalentemente nella ristrutturazione, restauro e recupero dei complessi edilizi esistenti con importanti realizzazioni nei principali centri storici della provincia e in alcuni borghi caratterizzati da interessanti esempi di architettura tradizionale e spontanea. L’ente, costituito come ente economico denominato Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Udine (ATER di Udine) a seguito della L.R. 24/1999, gestisce oltre 10.000 unità immobiliari, di cui poco più di 7.000 di proprietà: sono ben 3.000 infatti le unità cedute nel corso degli anni agli assegnatari che si sono avvalsi della possibilità di riscatto. Le sue attività spaziano dalla realizzazione dei programmi di edilizia sovvenzionata e convenzionata alla gestione immobiliare, dalla gestione di consulenze e servizi tecnici alle pubbliche amministrazioni, alla collaborazione con soggetti pubblici e privati per l’attuazione dei piani di recupero e di altre iniziative edilizie. Oggi l'attività dell'azienda trova i suoi riferimenti normativi nella L.R. 1/2016 e nei provvedimenti conseguenti.

Immagini

La prima sede di ATER in via Ermes da Colloredo a Udine, anni Venti del Novecento
Il primo intervento IACP proponeva una costruzione basata sul concetto di città giardino con piccole abitazioni sviluppate su due piani aventi anche spazi verdi privati condominiali, 1923
Nel periodo compreso tra il 1945 e il 1949 molta popolazione viveva in estrema povertà derivata da situazioni sociali complesse: molti profughi e superstiti dei campi di concentramento erano costretti a vivere in alloggi di fortuna anche sotto i cavalcavia o nelle baracche lasciate dai militari. L’immagine rappresenta uno di questi luoghi, fine anni Quaranta
Palazzo distrutto dal terremoto a Gemona del Friuli, 1976. Il sisma ha danneggiato fortemente il patrimonio immobiliare dell’ente (3000 alloggi tra medio e alto Friuli: 2300 ripristinati entro l’anno di cui 470 manutenutati e 176 demoliti e ricostruiti)
La sede ATER di via Sacile
Quartiere Santa Giustina a Palmanova: il progetto ha previsto il recupero dell’intero quartiere mediante la demolizione di 9 palazzine, per complessivi 46 alloggi e successiva ricostruzione con 50 alloggi mediante il programma di riqualificazione urbana, con l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile allo scopo di ottimizzare i consumi e ridurre i costi di gestione, 2018