Le imprese coesive esportano di più, fanno più eco-investimenti, migliorano prodotti e servizi, adottano misure legate al piano di transizione 4.0
RAPPORTO “COESIONE È COMPETIZIONE” DI FONDAZIONE SYMBOLA, INTESA SANPAOLO E UNIONCAMERE
COESIONE COME BASE DEL FUTURO DELL’ECONOMIA
LE IMPRESE COESIVE ESPORTANO DI PIÙ (IL 58% CONTRO IL 39% DELLE NON COESIVE); FANNO PIÙ ECO-INVESTIMENTI (IL 39% CONTRO IL 19% DELLE NON COESIVE); MIGLIORANO PRODOTTI E SERVIZI (IL 58% CONTRO IL 46% DELLE NON COESIVE); ADOTTANO MISURE LEGATE AL PIANO TRANSIZIONE 4.0 (IL 28% CONTRO L’11% DELLE NON COESIVE)
LE IMPRESE COESIVE INVESTONO DI PIÙ IN CULTURA (IL 26%)
IPSOS RILEVA CHE DUE ITALIANI SU TRE SONO DISPOSTI A RICONOSCERE ALLE IMPRESE COESIVE UN PREMIUM PRICE SUI PRODOTTI E SERVIZI OFFERTI
LE REGIONI LOMBARDIA, VENETO, EMILIA-ROMAGNA PRIME PER CONCENTRAZIONE DI IMPRESE COESIVE
NEL 2020 LE IMPRESE COESIVE SONO AUMENTATE E INCIDONO PER IL 37% RISPETTO AL 32% DEL 2018
Il mondo sta cambiando e l’economia che ci ha guidato per decenni è inadeguata a gestire le crisi del XXI secolo. Con la sostenibilità avanzano nuovi modelli nell’uso delle risorse (green economy, sharing economy, circular economy, bioeconomy), nell’uso delle competenze diffuse (open innovation, crowdsourcing), nell’accesso all’informazione (platform economy), nell’accesso ai finanziamenti (crowdfunding, sustainable bond), abilitati dalle nuove tecnologie e dal digitale. Sfide che chiamano ad un’azione comune imprese, comunità, istituzioni, cittadini. È l’Italia di “Coesione è Competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia”, realizzato da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere in collaborazione con Aiccon, Ipsos e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.
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