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Società agricola Cavazzone s.a.s. di Sidoli Giovanni & C.

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Forma Giuridica
S.a.s.
Camera di Commercio
CCIAA dell'Emilia
Settore
Agricoltura
Sito web
www.cavazzone.it
Email Impresa
info@cavazzone.it

Sede

Indirizzo
via Campo Marzio n. 15
Cap
42121
Comune
Reggio Emilia
Provincia
Reggio Emilia

Informazioni storiche

Attività Storica
Azienda agricola
Indirizzo Sede Storica
via Cavazzone n. 4
Cap Sede Storica
42030
Comune Sede Storica
Viano
Provincia Sede Storica
Reggio Emilia
Data dichiarata avvio attività
1878
Descrizione Attività storica

Azienda agricola.

Profilo storico

Nel 1878 il barone Raimondo Franchetti, banchiere, agricoltore, bonificatore e benefattore arrivò a Reggio da Venezia per visitare queste colline. Ne rimase affascinato e in breve tempo acquistò 3.000 ettari di terreno nei Comuni di Albinea, Viano e Vezzano promuovendo imponenti lavori di bonifica, di dissodamento, di messa a coltura della parte boschiva, di sistemazione della strada. Dopo aver organizzato e costruito la corte aziendale con stalle per animali, il caseificio, il forno, la ghiacciaia, i granai, i magazzini, i fienili, le stalle, le scuderie e molte case coloniche per i lavoratori del tempo, nel 1890 realizzò anche un asilo ‘aziendale’ per dar modo ai figli dei mezzadri e dei contadini di poter frequentare le lezioni con una maestra e seguire quindi un percorso di scolarizzazione. Per la moglie Sara Luisa Rotschild realizzò uno chalet in un particolare stile nordico, copia di un padiglione della Esposizione Universale di Parigi del 1870. Negli anni fra i due secoli il Cavazzone divenne luogo di frequentazioni celebri, uno dei salotti di incontro dell’aristocrazia illuminata e della borghesia industriale della città. Il figlio del barone, Alberto, musicista e compositore, era solito trascorrervi lunghi periodi durante la composizione o la rappresentazione delle sue opere liriche al Teatro Municipale di Reggio. Nel 1919 Eugenio Terrachini, prestigiosa figura del mondo imprenditoriale della città, acquistò la parte centrale della proprietà dagli eredi del barone e negli anni fra le due guerre vi fece trasferire il “Belvedere”, il gazebo in ferro e ghisa che il barone Franchetti aveva nel parco della sua villa di Reggio a Santo Stefano e dal quale soleva ammirare il “suo” Cavazzone. Nel dopoguerra l’azienda, sotto la guida di Paolo, figlio di Eugenio, fu più volte ammodernata per adeguarsi alle esigenze di una agricoltura fortemente sollecitata dalle richieste dei nuovi mercati. È di quegli anni la meccanizzazione della lavorazione dei campi, la costruzione di moderni allevamenti e la trasformazione del vecchio granaio in un moderno mangimificio. Nella prima metà degli anni Ottanta Giovanni Sidoli, nipote di Paolo Terrachini, subentrò nella gestione dell’azienda. Tra le altre attività, partendo da un nucleo iniziale di barili provenienti dalle antiche acetaie delle famiglie Terrachini e Sidoli, creò in un vecchio fienile una acetaia con 250 barili di legni pregiati. Ma la vera svolta risale a circa ventanni fa con la trasformazione di una parte della antica corte agricola in azienda agrituristica: una vecchia stalla con volte a botte e colonne in ghisa, è stata trasformata in sala convegni; un’altra stalla in un prestigioso ristorante; le vecchie case mezzadrili in camere e suites. Ancora oggi, dopo oltre cento anni, la medesima famiglia porta avanti la tradizione agricola affiancata dall’agriturismo.

Immagini

Il barone Raimondo Franchetti, anni Ottanta dell'Ottocento
La corte centrale. Si nota in fondo a destra il fabbricato dell'asilo, fine Ottocento
L'anello della sosta dei cavalli sulla facciata della scuderia, fine Ottocento
Lo chalet in stile nordico, fine Ottocento
Dopo una battuta di caccia, anni Trenta del Novecento
Paolo Terrachini e la sua Willis, anni Cinquanta
L'attività agricola, anni Cinquanta
L'esterno della corte agricola si è trasformata in agriturismo, oggi