Don Cesare Tragella nel 1908 creò il Forno Ambrosiano per migliorare le condizioni di vita dei contadini della zona. L'alimentazione di inizio secolo comprendeva la carne solo a Natale e in poche altre occasioni, mentre il pane era l'elemento costantemente presente sulla tavola. La gente non comperava il pane dei panettieri per il prezzo troppo alto e se lo produceva in casa in forme di 5 chilogrammi che duravano diverse settimane. Purtroppo i contadini non avevano gli strumenti adatti e mancavano i locali idonei per la conservazione del prodotto. Si trattava in genere di pane giallo spesso mal lievitato e mal impastato e peggio cotto in modo da renderlo facilmente deperibile ed impregnato di muffe dannose. Attento alle esigenze dei suoi parrocchiani, Don Cesare ebbe l'idea di realizzare un forno in cui si garantiva un pane ben cotto e dove il costo corrispondeva alla quantità di pasta consegnata detratte le spese del panificio. La spesa veniva segnata sul libretto del cliente ed era regolata periodicamente in base alla rendita della vigna. Ogni giorno arrivavano al forno le massaie a cuocere il pane e durante i periodi di carestia e durante la guerra il forno divenne il punto di riferimento della solidarietà magentina. Nei decenni il forno ha avuto un lento e costante sviluppo ed oggi si presenta con una funzione diversa, ma con lo stesso spirito di solidarietà e di attenzione ai più bisognosi. È uno dei pochi negozi alimentari di "vicinato" rimasto attivo nel centro di Magenta, dove i clienti possono trovare prodotti tradizionali, ma anche prodotti di eccellenza. Ma seguendo le indicazioni emerse dall’Assemblea generale del Forno Cooperativo Ambrosiano, il Consiglio di amministrazione ha proceduto ad affittare la gestione del negozio a Carrefour Express a partire dal 1 gennaio 2012. Questo passo si è reso indispensabile per la difficoltà di gestire con profitto il negozio, dopo diversi anni di bilanci negativi. L’affitto del ramo di azienda, quindi, è stata valutata come la soluzione migliore per la cooperativa così come già avvenuto in molte altre occasioni nell’arco dei 100 anni di attività del Forno. Con questa soluzione rimangono di proprietà tutte le licenze di vendita, le attrezzature , i locali  e  le migliorie che verranno introdotte dal nuovo gestore; il contratto d’affitto durerà sei anni.