La famiglia Venerosi Pesciolini arrivò a Ghizzano, piccolo centro della Val d'Era a circa metà strada tra Firenze e Pisa, verso la fine del XIV secolo. La tenuta venne fin da subito organizzata per la coltivazione di vite e olivo, mentre i boschi circostanti furono utilizzati per il legname e per la caccia. Nei secoli successivi l'attività dell'azienda agricola non avrebbe conosciuto cambiamenti sostanziali, restando quindi saldamente ancorata ai due prodotti di eccellenza quali vino e olio. In epoca più recente, negli anni Ottanta del Novecento, Pierfranco Venerosi Pesciolini decise di investire maggiormente nel vigneto e nella cantina con il preciso obiettivo di fare un salto di qualità e quindi di produrre un vino di pregio. La sua fu una scelta in chiara controtendenza con quanto stava accadendo in un periodo caratterizzato da una grave crisi della viticoltura locale. Una crisi generata da sovrapproduzione e da vini di scarsa qualità con prezzi talmente bassi da non coprire neanche i costi. Già nel 1985 l'impresa presentò il Veneroso, un vino in bottiglia che porta il nome di un antenato della famiglia, Veneroso Venerosi, che per primo si dedicò interamente alla tenuta. Negli anni anche l'olivicoltura e l'agriturismo sarebbero diventate attività importanti. Le olive di Ghizzano, conosciute dal 1300, venivano già esportate in Provenza dai Venerosi Pesciolini e ancora oggi sono note come "les picholines" dal toponimo del paese delle Colline Pisane (Peccioli). Quanto all'ospitalità, l'impresa ha ristrutturato alcune case poderali arredandole con mobili d'epoca. La Tenuta di Ghizzano, ora gestita da Ginevra Venerosi Pesciolini, conta circa 350 ettari, di cui 18 a vigneto, 25 a oliveto, 150 a colture cerealicole e altrettante tra boschi e pioppeti.