L’attività venne avviata grazie all'intuizione di Giorgio Rolfo che nel 1885 a Bra (CN) aprì una bottega di carradore per la costruzione di carri e carrozze in un’Italia dove lo spostamento di merci e persone diventava un fattore fondamentale per garantire il progresso economico. Alla morte del fondatore, il figlio Antonio prese in mano l'azienda, affrontando non poche difficoltà: la Seconda guerra mondiale rendeva complicato proseguire nel settore dei carradori mentre in Italia si sviluppava la rete autostradale. Alla fine degli anni '40 la bottega, diventata poi officina, lavorava a pieno ritmo nelle riparazioni di autocarri per conto di cooperative e clienti locali: in questo periodo furono prodotti i primi allestimenti delle officine Rolfo, che, nel giro di poco tempo, rappresentarono si diffusero su un'ampia gamma di veicoli destinati al trasporto su strada delle merci più diverse. L'azienda Rolfo, inoltre, si specializzò nella costruzione dei cassonati centinati personalizzati e su misura. Sulla scia del successo ottenuto dalla produzione di allestimenti e grazie alla conclusione di alcune commesse importanti (in particolare Ferrero e Cinzano), la ditta avviò i lavori legati all'ampliamento del nuovo complesso industriale: qui venne dislocato il reparto meccanico con una forza lavoro che raggiunse il centinaio di addetti. Rolfo partecipò al salone dell'automobile di Torino del 1961. Nello stesso decennio venne avviata la produzione delle bisarche, mezzi per il trasporto di autovetture, le quali diventarono con il tempo il segmento principale dell'attività produttiva dell'azienda. Gli anni '70 furono contraddistinti dall'ingresso nei mercati europei come Germania, Austria e Francia; gli anni '80 registrarono la comparsa del marchio Rolfo nei mercati africani e del medio oriente, mentre in Italia si diffondeva la crisi del settore meccanico costringendo la società a ricorrere per la prima volta alla cassa integrazione. Nonostante ciò il processo evolutivo dei Rolfo non si arrestò e vide la ditta approdare negli anni '90 in nuovi mercati europei come Spagna e Inghilterra, e collocare i propri stabilimenti in Francia ed Argentina. In tale contesto, divenuto ormai globale, il sistema produttivo risultava profondamente mutato, senza però mai perdere le specifiche caratteristiche che avevano contraddistinto la storia e portato al successo l'azienda. Nel 2007, lo stabilimento produttivo in Italia ha registrato la consegna record di più di 1.000 unità solo per la Russia e paesi dell'Ex Unione Sovietica. Dopo la crisi economica nel 2010 l'azienda si è affacciata al mercato indiano ed in generale a nuove opportunità di business in mercati in via di sviluppo avviando un profondo processo di ristrutturazione del proprio tessuto industriale, di internazionalizzazione e diversificazione della propria gamma di prodotti.