Pallotta Srl

Sede
Informazioni storiche
Costruzioni civili, industriali e refrattarie.
Le prime notizie sull'attività di costruttori della famiglia Pallotta si traggono dalle Sessioni Capitolari del Vescovato di Terni e parlano di un "sostanzioso restauro al campanile del Duomo eseguito con molta perizia dal Capomastro Pietro Pallotta per la somma occorrente di 59 scudi e 32 baiocchi, effettuato nel Giugno 1859". Da allora l'attività prosegue senza interruzioni tramandandosi in linea diretta per sei generazioni ed annoverando, tra l'altro, negli anni '30, una delle primissime donne imprenditrici dell'intero Paese. L’impresa nasce come esecutrice di lavori di edilizia civile, sia pubblica che privata. Già nel 1877, come riportano le cronache del tempo, Pallotta affiancava alle opere di edilizia abitativa quelle legate alle industrie presenti nel territorio; in quell’anno, infatti, si aggiudicava la costruzione del canale d'adduzione dell'acqua alla fabbrica d'armi, progettato dall'ing. Sconocchia. Contemporaneamente nasceva il rapporto con la Società Terni che iniziava la sua produzione di acciaio destinata a cambiare il volto e la storia dell'intera città. Nei primi decenni del '900 l'impresa costruì, tra l'altro, gran parte delle opere d'arte relative al canale che dal borgo di Piediluco adduceva l'acqua alla cascata delle Marmore e lo stabilimento della Società Prodotti Espodenti Autarchici (S.P.E.A.) di Narni Scalo. Purtroppo molte delle realizzazioni dei primi decenni di attività sono andate distrutte insieme a gran parte della città durante la Seconda guerra mondiale i cui bombardamenti investirono Terni. Rimangono comunque alcuni pregevoli esempi di costruzioni degli anni ‘10 e ‘20 come l'ex Istituto per Geometri, l'ex Clinica Bemporad, la Palazzina Manni (rimasta perfettamente integra, mentre una bomba radeva al suolo la gemella costruzione adiacente), la Casa del Combattente ed alcune palazzine nel quartiere Sant'Agnese. Con la ricostruzione del secondo dopoguerra ed il seguente "boom" economico, l'impresa ricominciò a realizzare opere notevoli come il canale di "Recentino" a Narni, le opere di presa e le opere d'arte delle condotte forzate della società Terni e il nuovo stabilimento Neofil presso la ex Polimer, gran parte delle opere civili nello stabilimento Terninoss, mentre nel frattempo partecipava alla costruzione del grande stabilimento Italsider di Taranto eseguendo le fondazioni di uno dei laminatoi a freddo, tipologia di opere nelle quali sarebbe diventata sempre più specializzata. L'impresa fu poi, negli anni ‘50, parte attivissima nella ricostruzione della città, realizzando decine di fabbricati, tra cui il villaggio "Pallotta", l'edificio popolare per 60 alloggi in via Vico, l'edificio di via della Stazione n. 26, l'edificio di corso Tacito n. 83. Negli anni ‘60 e ‘70, periodo di tumultuosa espansione dell'edilizia, l'impresa costruiva in Terni, tra gli altri, edifici in numerose vie, la nuova sede della Cassa di Risparmio di Terni, il bell'edificio di via dell'Annunziata, il reparto Malattie Infettive dell'Ospedale S. Maria di Terni, il complesso di via XX Settembre, le case popolari del Q.re Italia, mentre fuori regione realizzava il quartiere di Campoloniano e la Villa Lombardini a Rieti ed il residence "Le Fioriere" a Porto S. Stefano. Dopo la stasi dell'edilizia degli anni ‘80 e dei primi anni ‘90, periodo in cui si è concentrata nel settore industriale, l'impresa ha ricominciato ad operare nel settore civile, realizzando il Centro Operativo Servizi per il Comune di Narni, il complesso sportivo in località Mazzelvetta per il Comune di Terni, la nuova sede della Cassa e della Scuola Edile della Provincia di Terni, la ristrutturazione della "Villa Torricelli" per la ILVA, la completa ristrutturazione della ex Clinica "Bemporad" di Terni, una nuova Autorimessa interrata in via Antonio Pacinotti, restauri conservativi e opere civili per il nuovo centro vinicolo - ricettivo di Sangemini, ed il costruendo complesso commerciale artigianale di via Flaminia.