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Osteria di Rubbiara di Pedroni Italo e Figli e C. Snc

Logo Impresa assente
Forma Giuridica
S.n.c.
Camera di Commercio
CCIAA Modena
Settore
Servizi
Sito web
https://www.acetaiapedroni.it/
Email Impresa
info@acetaiapedroni.it

Sede

Indirizzo
via Risaia n. 2
Cap
41015
Comune
Nonantola
Provincia
Modena

Informazioni storiche

Attività Storica
Osteria con produzione di aceto
Provincia Sede Storica
Non specificata
Data dichiarata avvio attività
1862
Descrizione Attività storica

Osteria, trattoria, con produzione di aceto e coltivazione in proprio dei vitigni.

Profilo storico

Giuseppe Pedroni, giunto da Formigine, arrivò nella terra Nonantolana di Rubbiara nel 1862. Ottenne la licenza per aprire un’“Osteria” con diritto di vitto e stallatico, iniziando a dissetare e a rifocillare viandanti, stagionali e carrettieri. L’osteria divenne punto d’appoggio per i birocciai che trasportano ghiaia dal fiume Panaro verso San Giovanni in Persiceto e Ferrara. Nell’osteria si potevano vendere vino marsala e birra, ma non superalcolici. Dai poderi cominciava la produzione di vino: delle botticelle di Marsala che arrivano dalla Sicilia Giuseppe non sapeva che farsene. Fu così che decise di riutilizzarle avviando la produzione di aceto balsamico. Le botti avevano una capacità di 10-15 litri ed erano in legno di castagno. Dalla Germania arrivavano pure le botti da birra che avevano una capacità diversa, da 20 e da 180 litri. Anche queste, una volta vuotate, si prestavano bene alla produzione di aceto. Purtroppo il figlio di Giuseppe, Claudio, morì prematuramente e Giuseppe, nonostante la tarda età, dovette continuare da solo. Mancato pure lui l’attività rimase in mano al nipote Cesare che aveva appena diciotto anni. Cesare continuò ad incrementare la produzione di vino e aceto all’interno delle vecchie botti ereditate dal nonno insieme ovviamente all’osteria. Nel frattempo in azienda si era aperto anche un forno per la cottura del pane, si vendevano generi alimentari e tabacchi. Anche il figlio di Cesare, Giuseppe (II), dava una mano al padre finché purtroppo dovette andare in guerra. Nel giro di pochi anni, nel 1945, Cesare ormai vecchio e Giuseppe, a soli sei mesi di distanza, morirono. Il figlio Italo aveva solo dieci anni. Fu così che la vedova Irma, con l’aiuto della sorella di Giuseppe (II), Emma, e della madre di Giuseppe (II), Claudia, portano avanti la produzione di vino e aceto come pure l’osteria, chiudendo però il forno. Passarono gli anni tirando avanti con molta fatica, dedizione e lavoro ma senza più aggiungere botti. Nel 1963 Italo si sposò con Franca Prampolini. Insieme cominciano a curare le vecchie botti ultracentenarie e le mantennero attive con due vitigni tradizionali, il Trebbiano di Spagna e l’uva Ruggine, ottimi come profumi e gradazione zuccherina. Questi vitigni venivano scartati dagli altri produttori perché non producevano in quantità, ma solo in qualità. Italo piantò questi vitigni e utilizzò vecchie e nuove batterie alimentate con i vitigni che il nonno Cesare aveva nelle piantate. Era questo che faceva la differenza come dimostrano i numerosi premi vinti all’unico Concorso esistente nella provincia di Modena. Dal 1997 l’azienda agricola e la produzione di Aceto Balsamico, come pure l’osteria, sono portate avanti da Giuseppe (III), esponente della sesta generazione dei Pedroni.

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