Le origini di un’attività familiare rivolta all’edilizia si possono far risalire alla fine del Settecento quando Gaetano Malinverno prestava servizio per la manutenzione delle strade comunali nel Comune di Albate oltre a ricevere appalti, documentati nelle carte d’archivio, per la costruzione di nuovi tratti di strada. Pure Angelo, nipote di Gaetano, prosegue le attività edilizie di famiglia: si aggiudica l’appalto per la costruzione del lavatoio di Muggiò nel 1860. Lo stesso Angelo, insieme al cugino Luigi Malinverno, si aggiudicano altri appalti in quegli anni: fra questi la costruzione del lavatoio di Albate, la manutenzione di alcuni fabbricati e strade del comune, nonché lo sgombero dalla neve. Dopo la Prima guerra mondiale è Carlo, nipote di Angelo, ufficiale di artiglieria tornato alla vita civile, a continuare l’attività edilizia di famiglia in forma societaria. Infatti l’avvio formale dell’attività dell’impresa Malinverno e Frigerio S.n.c. viene registrato alla Camera di commercio il 1 giugno 1922 (documento iscrizione Registro Ditte n. 5912 del 24 aprile 1925). L’oggetto societario è quello di “impresa costruzioni, sistemazione terreni, impianti, forniture materiali e mano d’opera”. Sono soci Carlo Maliverno (nato nel 1879) e Vittorio Frigerio (nato nel 1895). Fra le opere realizzate in questi anni si ricordano la Dogana di Ponte Chiasso, la strada per il Monte Bisbino (compresa la realizzazione di una galleria nella montagna), la strada di accesso al Monte Barro, nonché la costruzione dell’Oratorio di San Bartolomeo a Como, della Scuola all’aperto di via Binda, del sopralzo del Palazzo degli studi e la realizzazione di altri edifici a Como o in territori limitrofi. La società sarà mantenuta fino al 1932 quando il solo Carlo Malinverno la porterà avanti, senza più soci e fino alla sua morte nel 1937. Gli succede il figlio Enrico che prosegue le attività anche nel periodo bellico. Tra i lavori realizzati nel Secondo dopoguerra si ricordano il rifacimento della Roggia Molinara a Ponte Chiasso, quello dei cortili di Palazzo Cernezzi oltre ai consueti lavori di costruzione e manutenzione a Como e dintorni. Enrico muore nel 1968 e gli subentrano i figli Carlo, Gabriella e Franco, quest’ultimo amministratore. Sono ancora anni al servizio di importanti opere pubbliche (es. Impianto di depurazione di Villa Olmo, lavori di riqualificazione di strade, ecc.). La crisi dell’offerta di lavori pubblici spinge però l’impresa ad includere nelle attività anche l’edilizia privata e la costruzione di edifici residenziali. Nel 2003 entra nell’impresa anche il figlio di Franco, Marco. Sono anni di aggiornamento professionale e tecnico che portano l’impresa alla certificazione di qualità Iso9000, l’iscrizione all’albo nazionale per la rimozione dell’amianto, aggiornamenti professionali ai dipendenti in termini di sicurezza, mentre si continua ovviamente l’attività sia per gli enti pubblici che per i privati.