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Hotel Città di Lecco S.r.l.

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Forma Giuridica
S.r.l.
Camera di Commercio
CCIAA Como-Lecco
Settore
Commercio
Sito web
http://www.donabbondio.com/
Email Impresa
info@donabbondio.com

Sede

Indirizzo
piazza Era n. 10
Cap
23900
Comune
LECCO
Provincia
Lecco

Informazioni storiche

Attività Storica
Taverna. In seguito albergo-ristorante
Indirizzo Sede Storica
piazza Era n. 10
Cap Sede Storica
23900
Comune Sede Storica
LECCO
Provincia Sede Storica
Lecco
Data dichiarata avvio attività
1918
Descrizione Attività storica

Taverna. In seguito albergo-ristorante.

Profilo storico

Luigia Colombo nacque alla fine dell’Ottocento da genitori che gestivano una taverna a Leccaviate di Lecco. La taverna era specializzata nella cucina del pesce di lago e nelle festività era affollata di lecchesi che venivano in gita in barca a gustare il pesce in trattoria. Fin da piccolina apprese l’attività dai genitori e da ciò nacque la sua passione per la ristorazione. Nei primi anni del Novecento si sposò con Antonio Bianchi, imprenditore edile che aveva una grande proprietà in piazza Era a Lecco. Proprio qui, nel 1918, avviò una trattoria chiamata “Osteria dell’Era” e poi “Trattoria da Renzo” ispirandosi al romanzo storico “I Promessi Sposi”. La cucina si fece apprezzare per le specialità di pesce fresco che le tante famiglie di pescatori di Pescarenico fornivano alla trattoria. Proprio la piazza Era veniva utilizzata, per lunghi mesi all’anno, per stendervi le reti ad asciugare. Il figlio di Luigia e Antonio, Umberto Bianchi, nell’immediato dopoguerra si sposò con Virginia Sesana che affiancò la suocera Luigia nella conduzione della trattoria continuando la tradizionale della cucina lacustre. Ma pure Umberto contribuì all’attività di famiglia: essendo perito edile avviò l’ampliamento dell’edificio ristrutturandolo e trasformando i piani superiori della trattoria in camere d’albergo. Nacque così l’Albergo ristorante Don Abbondio, sempre ispirandosi al romanzo storico. Nel 1968 l’anziana Luigia, che ancora sovrintendeva i numerosi collaboratori della cucina, ricevette fuori concorso il riconoscimento di  “Cuoco d’oro” dallo chef internazionale Luigi Carnacina con il suo “salmerino al vino bianco”. Morta Luigia fu Virginia, la nuora, a continuare tutte le attività. Negli anni Settanta il marito Umberto affidò nuovamente all’architetto Luigi Dell’Oro l’incarico di redigere un nuovo progetto di ristrutturazione del ristorante per adeguarlo stilisticamente all’ambiente caratteristico del Lario. Lo stesso Umberto, essendo stato per molti anni vice presidente dell’Azienda Turistica Lecchese, si occupò di promuove la caratterizzazione storica e culturale del quartiere manzoniano in cui era inserito il “Don Abbondio”. Fino agli anni Ottanta l’albergo venne gestito dalla famiglia ma a partire dal 1986, date le precarie condizioni di salute di Umberto, per un decennio venne affittato. Nel 1996 la figlia di Umberto, Giuseppina Bianchi, rientrò con entusiasmo nell’attività della famiglia procedendo, in linea con la tradizione, a costanti restauri conservativi delle caratteristiche stilistiche e ammodernamenti funzionali prima del piano terra poi dei due piani delle camere d’albergo.

Immagini

L'albergo negli anni Sessanta
Una cartolina pubblicitaria degli anni Sessata
L'esterno della struttura, oggi