La Ferriere Giuseppe Cima fu fondata a Lecco nel 1790 per la produzione di fili, minuterie metalliche e attrezzi per l'agricoltura. Nel corso dell'Ottocento, complice il forte sviluppo del settore metallurgico e meccanico lecchese, l'impresa conobbe una rapida crescita supportata dall'abbandono delle vecchie fucine e dal passaggio a sistemi di lavorazione meccanizzati. Il nuovo complesso produttivo, al cui interno erano previsti anche spazi destinati al riposo degli operai, si trovava sempre lungo il fiume Gerenzone. Anche l'inizio del Novecento confermò il trend di crescita e anzi il buon andamento spinse Antonio e Felice Cima a diversificare maggiormente la produzione, affiancando ai reparti di trafilatura quelli di zincatura e ottenendo importanti premi nelle più prestigiose esposizioni internazionali di settore del periodo. Nel 1926 la società venne trasformata in società anonima per azioni proprio quando, grazie ad una fitta rete di rappresentanti, le esportazioni verso l'Europa e il continente americano stavano conoscendo una forte avanzata. Superato il difficile periodo bellico, Guido Cima subentrato al padre Felice nella conduzione dell'impresa fu tra i promotori, nel 1945, dell'Unione Industriali di Lecco. Negli anni seguenti il crescere della concorrenza interna e internazionale, spinse la Ferriere Cima a rinnovare completamente gli impianti e a eliminare i settori più dispersivi e meno redditizi dell'attività. La società si specializzò nella produzione di funi e trefoli e questa strategia le consentì di conquistare un'importante nicchia di mercato. La qualità del prodotto permise poi all'azienda di superare i periodi difficili a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, legati soprattutto ai cambiamenti strutturali ed economici italiani. Nel 1990 la direzione dell'impresa passò a Silvia Cima insieme ai figli Guido e Luisa e, con questo assetto, la società ha proseguito nella sua attività fino ad oggi.