Burgo Group Spa

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Informazioni storiche
Cartiera; produzione di carte naturali e patinate; produzione di carte speciali e cartoni.
Quando Luigi Burgo approda a Verzuolo (Cuneo) nel 1897 è un giovane ingegnere con una buona conoscenza nel campo dell'elettricità nascente. Va nel saluzzese dalla nativa Liguria dopo l'incontro con Tommaso Toesca, bobinatore all'officina Thury di Genova che gli aveva parlato della necessità del Comune di Verzuolo di avere l'illuminazione pubblica. Così con la società Alimonda Burgo & C., da lui fondata a Genova nel 1899, crea a Verzuolo la prima centralina idroelettrica che dà la luce pubblica a Verzuolo. L'esubero giornaliero della centrale, insieme all'abbondante acqua della zona, fanno balenare a Luigi Burgo la possibilità di creare un impianto per la produzione della carta. Il 21 maggio 1905 viene fondata la società Cartiere di Verzuolo ing. Burgo & C. con un capitale sociale di 300.000 Lire. Da allora ogni anno l'azienda si ingrandisce, fino a diventare un colosso a livello europeo: nel 1930, a 25 anni dalla sua fondazione, ha 5.400 dipendenti e otto stabilimenti (Verzuolo, Corsico, Maslianico, Pöls, Fossano, Treviso, Romagnano Sesia, Lugo di Vicenza). Nel 1918 Burgo è già il maggior produttore cartario italiano, in grado di affrancare il Paese dalla necessità di importare carta da giornale. La crisi del 1929 non tocca l'azienda, che cresce, acquista stabilimenti e sviluppa progetti energetici e tra quelli legati alle materie prime avvia la produzione di cellulosa, costituisce con l'IRI la Cellulosa d'Italia-CELDIT, fonda l'istituto di sperimentazione per la pioppicoltura, iniziando quella politica di attenzione alle risorse e all'ambiente che ancora oggi costituisce la cifra della sua produzione. Nel dopoguerra Burgo intraprende un vasto piano di ammodernamento dei propri impianti, assume partecipazioni in altre società del settore cartario e di quelli a esso collegati. Inoltre, in linea con le nuove esigenze del mercato, produce nuove carte (come le carte da imballaggio, le carte alimentari e quelle destinate al packaging) e aumenta la produzione della carta patinata destinata all'editoria: il diffondersi del benessere aveva infatti aumentato la richiesta di libri, riviste, quotidiani. Nel 1960, prima azienda in Italia, si apre al settore del tissue e, in joint venture con il gruppo americano Scott, dà vita al gruppo Burgo Scott, con stabilimenti a Villanovetta, alle porte di Verzuolo, Maslianico, Maraino e a Romagnano Sesia: un’esperienza che durerà oltre 20 anni. Gli anni ‘80 sono per Burgo gli anni della ristrutturazione e della riconversione produttiva: le generali difficoltà del mercato obbligano a un aumento di capitale. Sono gli anni del primo contatto tra le aziende Burgo e Marchi: nel 1989 Marchi infatti acquisisce il 75% della Cartiera di Toscolano insieme a Burgo (25%): è l’inizio di una nuova e feconda sinergia. Un piano di investimenti aggressivo, con nuove linee di produzione (PM3 di Duino), conversione alla produzione di carte patinate su linee precedentemente dedicate alle carte naturali (patinatrice di Avezzano, PM7 di Verzuolo), acquisizione di nuovi stabilimenti (Tolmezzo, Chieti, Marzabotto), portano Burgo a un aumento della produttività. Negli anni '90 Burgo conferma la sua vocazione all'innovazione: sviluppa tecnologie per la carta (in particolare nel comparto delle carte in rotolo), si specializza in soluzioni ecosostenibili, si apre a nuove frontiere di business sviluppando le centrali elettriche degli stabilimenti e rafforzando il suo impegno nella produzione di materie prime. Nella primavera del 2000, in un momento di profondo dinamismo e trasformazione, la Dieci S.r.l. (alla quale partecipano alcuni fra gli azionisti finanziari “storici”) lancia con successo un’OPA totalitaria sulle azioni della società, che incorpora nel 2001, assumendone il nome. A seguito dell’operazione, la società non sarà più quotata in borsa, dove era presente fin dal 1929. I mutamenti societari si susseguono sino a quando, nel 2004, la famiglia Marchi assume il ruolo di primo azionista di Burgo. Una serie di fattori, tra cui, la caduta dei consumi delle carte grafiche, le nuove tecnologie digitali e le mutate abitudini dei consumatori, spingono il Gruppo Burgo, a partire dal 2006, ad adottare una strategia di riposizionamento produttivo e del portafoglio prodotti, tra cui la produzione di carta per il cartone ondulato utilizzato nell’industria dell’imballaggio degli stabilimenti di Avezzano e Verzuolo.