Antica Farmacia Betti del dr. Massimo Betti
Sede
Informazioni storiche
Farmacia.
Nel 1709 Paolino Ghiareschi, conseguito il diploma di speziale, si trasferì da Cerreto di Sotto (attuale Borgo a Mozzano) ai Bagni di Lucca per aprire una farmacia. Così, sia per ottemperare alla richiesta degli Anziani della Repubblica di Lucca, sia perché i Bagni di Lucca distavano appena 6 chilometri dal suo paese natìo, grazie alle disponibilità finanziarie della sua antica famiglia, scelse questo comune per la sede della sua farmacia, costruendo l'edificio con la farmacia al piano terra e l'abitazione ai piani superiori. Trasmessa in successione al figlio Vincenzo nel 1737, al nipote Paolo Pasquale nel 1767, al bisnipote Paolino nel 1796, la farmacia si affermò in tutta la zona divenendo fornitrice ufficiale delle terme e di tutta la prestigiosa colonia italiana e straniera che si avvicendava nella località. Fu notevole anche la biblioteca medico-farmaceutica creata dai Ghiareschi in quegli anni. Nel 1805, con l'avvento al governo di Lucca della principessa Elisa Baciocchi sorella di Napoleone Bonaparte, la farmacia fu ristrutturata completamente in stile impero e corredata della mobilia e dei 53 vasi bianchi e oro della Ginori che la arredano ancora oggi. Nel 1823 Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, autorizzò la farmacia a fregiarsi dello stemma reale con l’iscrizione "Reale Farmacia dello Spedale dei Bagni" a patto che "…si darà tutto l'impegno acciò il suddetto lavoro sia eseguito da abilissimo artefice e tenuto con quella decenza che conviene". Nel 1833 Paolino Ghiareschi, morto senza figli, lasciò suo erede universale Adriano Betti, figlio della sorella Maria Teresa Ghiareschi, che aveva conseguito il diploma di laurea nel 1825 presso il Collegium Medicorum di Lucca. Adriano Betti compilò un ricettario che differentemente da quello degli avi, esclusivamente medici, spaziava in tutti i campi: dal panforte, all'inchiostro, ad un metodo per conservare i rinomati funghi della zona, ad un altro per accrescere le piante, alle vernici per le carrozze e gli stivali, a profumi, colonie, vermouth, compresa la formula esclusiva di un curry indiano. Egli fu anche direttore del Teatro Accademico per numerosi anni, recitando egli stesso con successo. Morì ad appena 54 anni lasciando la farmacia al figlio Adelson. Questi, valente farmacista ed autore anch’egli di diverse formule magistrali, fu di gusti e modi più semplici del padre, anche se con mille passioni coltivò in particolare quella per la natura e per la caccia, realizzando una vasta azienda agricola sulla vetta del monte termale. I figli gemelli di Adelson, Adolfo e Mario, furono l’uno musicologo e violinista famoso, l’altro appassionato di lettere. Quest’ultimo si era laureato in Chimica e Farmacia per fare contenti i genitori ma, alla morte del padre nel 1903, affidò la farmacia ad un compagno di corso e continuò la sua carriera universitaria. La farmacia fu così gestita per quarant’anni dalla famiglia di un compagno di corso di Mario. Era stata affidata senza contratto perché la gestione non poteva essere scissa dalla titolarità. La farmacia rischiò di essere perduta durante la confusione successiva alla fine del secondo conflitto mondiale. Fortunatamente uno dei figli di Mario, Adriano, laureato in Chimica e ricercatore presso l'industria Breda, dopo la guerra a cui aveva partecipato come ufficiale pilota di caccia, si laureò in pochi mesi anche in farmacia e andò per tribunali riottenendo il possesso della farmacia nel frattempo confiscata ed acquisita dal Comitato di Liberazione Nazionale. Purtroppo durante la guerra la casa era stata saccheggiata e la maggior parte dei reperti di farmacia, vasi, strumenti, libri, documenti, oltre ovviamente agli oggetti di valore, erano stati trafugati o distrutti. Adriano Betti, morto nel 1991, ha lasciato la farmacia in eredità al figlio Massimo che oggi rappresenta la nona generazione di farmacisti all’interno della famiglia.