Acciaieria Arvedi Spa
Sede
Informazioni storiche
Originari della trentina Val di Sole, gli Arvedi si trasferirono a Cremona agli inizi del Settecento per avviare la lavorazione del rame e la fabbricazione e il commercio di attrezzature in ferro. Nel corso dell'Ottocento l'attività si venne a diversificare ulteriormente attraverso la fabbricazione di macchine agricole e industriali, utensili in ferro e macchinari per caseifici. Tra i diversi rami della famiglia Daniele Arvedi s'indirizzò, sempre a Cremona, verso il commercio di prodotti siderurgici. Nel 1921, con la sua scomparsa, l'impresa venne proseguita dai figli Leonardo e Dante fino al 1933, anno in cui Leonardo Arvedi si ritirò. Nel 1939 il fratello Dante avviò un'altra azienda attiva nel commercio di ferro, ferramenta, metalli e lamiere che in seguito all'ingresso dei figli Giovanni e Daniele, nel 1961, venne trasformata nella Dante Arvedi e Figli. Sempre nello stesso anno il padre si ritirò dall'attività e di conseguenza l'impresa assunse la denominazione Dante Arvedi di Daniele e Giovanni. Quest'ultimo, con una forte inclinazione verso le novità tecnologiche, già nel 1963 fondò le sue due prime aziende, una commerciale, l'Arvedi rag. Giovanni commercio prodotti siderurgici e una produttiva a Robecco d'Oglio, la ILTA, che fabbricava, utilizzando nuove tecnologie, tubi saldati in acciaio e, dal 1970, tubi in acciaio inossidabile. Nel 1973 entrò in funzione nella nuova zona industriale di Porto Canale il Tubificio Arvedi (che poi diventerà Acciaieria Tubificio Arvedi), che lavorerà a ciclo integrato dal rottame di ferro al tubo saldato. Nel 1980 Giovanni Arvedi acquistò dalla famiglia Falck la Soc. Celestri, una delle più importanti aziende commerciali e centro di servizi di prodotti siderugici. Negli anni Ottanta il gruppo Arvedi continuò la sua politica espansiva attraverso l'acquisizione di altre aziende del settore, confermandosi leader sul mercato italiano di tubi di qualità. Negli anni seguenti la costante ricerca di nuove soluzioni tecnologiche avrebbe proiettato il gruppo ai vertici del mercato internazionale. A inizio anni 2000 il 35% del fatturato proveniva dai mercati esteri, mentre il gruppo dava lavoro a quasi 2.000 dipendenti.